19enne egiziano ucciso a Genova, i due uomini finiti in carcere avevano comprato una mannaia
19enne egiziano ucciso a Genova, i due uomini finiti in carcere avevano comprato una mannaia
02 agosto 2023, ore 21:00
Con l’ipotesi della premeditazione si aggrava la posizione dei due gestori della barberia in cui lavorava in nero la vittima
Avevano comprato una mannaia e un coltello in un negozio due ore prima del delitto. Una trappola, dunque, non un litigio finito male. Con l’ipotesi della premeditazione si aggrava la posizione dei due arrestati accusati di omicidio volontario aggravato per la morte del diciannovenne parrucchiere egiziano Mahmoud Abdalla, avvenuta domenica 23 luglio in un appartamento a Genova. Abdelwahab Kamel detto "Tito" e Abdelghani Aly detto "Bob" davanti al gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, durante l'interrogatorio di convalida del fermo. Con il coltello e la mannaia avrebbero ucciso, decapitato e mutilato il giovane, tagliandogli le mani. Ad inchiodarli alcune immagini riprese a Sestri Ponente da telecamere di videosorveglianza, in cui si vedono i due egiziani all’uscita di un negozio con un sacchetto contente un oggetto contundente. La vittima non voleva lavorare in nero presso la barberia, lo aveva segnalato alla guardia di finanza durante un controllo lo scorso mese di giugno. Questo avrebbe scatenato la raggia dei due gestori in carcere da domenica a Marassi. A Chiavari è stata riaperta la barberia di corso Dante, al lavoro altri egiziani. Intanto, oggi a Genova è sbarcato il Ris di Parma. I militari del Reparto investigazioni scientifiche sono tornati nella casa-dormitorio di via Vado, a Sestri, dove è avvenuto l'omicidio. Qui i carabinieri del Nucleo investigativo di Genova per ben tre volte hanno cercato con il luminol tracce di sangue, inutilmente. In quella casa, però, Tito e Bob hanno chiuso il corpo in una valigia, lo hanno trasportato in taxi fino a Chiavari, qui lo hanno mutilato e gettato in mare, nella notte tra il 23 e 24 luglio.