18 febbraio 2021, ore 14:24 , agg. alle 15:21
Era ricoverato nel reparto sanitario del carcere di Parma ed era da tempo malato. Fu uno dei protagonisti di una delle guerre di camorra più sanguinose della storia. Era in carcere dal '79. A lui si ispirò Fabrizio De Andrè per la canzone "Don Raffaè"
A lui è ispirata la canzone di Fabrizio De Andrè “ Don Raffaè”, in realtà non un modo per onorarne la figura ma per denunciare il clima di connivenze che dal carcere permise a “O professore” di continuare a guidare la Nuova camorra organizzata che insanguinò le strade di Napoli tra gli anni ’70 e ’80. Nell’ospedale del carcere di Parma si è spento a 79 anni Raffaele Cutolo, il più anziano detenuto sottoposto al regime del carcere duro del 41 bis. Fatale una setticemia. Recentemente, i suoi legali avevano avanzato una richiesta di scarcerazione per le sue precarie condizioni di salute. Il Tribunale di sorveglianza di Bologna aveva però respinto l’istanza perché, secondo i magistrati, Cutolo era ancora pericoloso. Mai un passo indietro, mai la decisione di collaborare con la giustizia, “in tanti anni di detenzione non ha mai mostrato alcun segno di distacco dalle sue scelte criminali” scrivevano i giudici.
La Nuova camorra organizzata
Personaggio straordinariamente carismatico, in grado di catturare l’attenzione durante i tanti processi che lo hanno visto imputato, inizia la sua carriera criminale con un omicidio: nel 1963, a Ottaviano, nel suo paese, uccide un uomo durante una rissa, perché si era permesso di fare apprezzamenti sulla sorella Rosetta, che successivamente sarebbe diventata una spalla fondamentale per la gestione della Nco. Per quel delitto viene condannato a 22 anni di reclusione, esce nel 1970, per poi rientrarvi l’anno successivo. A Poggioreale inizia a creare la Nuova Camorra Organizzata, fatta di gerarchie rigidissime. Picciotti, camorristi, sgarristi, Capozona, il Santista e in cima lui, il Vangelo, con al fianco l’amata sorella. Nel 1977 riesce a farsi riconoscere l’infermità mentale e viene chiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, da dove evade l’anno successivo usando l’esplosivo. Durante la latitanza crea rapporti con la banda della Magliana, la 'Ndrangheta, la Mafia, alcuni gruppi criminali del nord Italia per il traffico di cocaina, oltre a legami con i servizi segreti. Catturato nuovamente nel 1979 , vede crescere la sua popolarità come quella della sua Nuova camorra organizzata. In quel periodo acquista per 270 milioni di lire anche il Castello Mediceo di Ottaviano, che diventa il simbolo del suo potere. Sono gli anni della guerra senza quartiere per il controllo del traffico di droga. Si contano centinaia di morti per le strade di Napoli, 295 nel 1981 , 273 nel 1982, 290 nel 1983. Ad opporsi alla Nco la Nuova famiglia, composta da alcuni dei boss che successivamente avrebbero dato vita al clan dei casalesi. Cutolo governa tutto dal carcere . Anche per questo passa da un istituto penitenziario all’altro fino al 1982 quando, su pressioni dello stesso presidente della Repubblica, Sandro Pertini, viene trasferito all’Asinara. Il carcere sull’isola viene aperto solo per lui che di fatto viene tagliato fuori dal controllo della sua organizzazione, ma lì si sposa con Immacolata Jacone. Il colpo più duro alla Nuova camorra organizzata arriva nel 1983 quanto in un blitz che coinvolge oltre 10.000 carabinieri e poliziotti vengono arrestate quasi 900 persone. Da lì e dalla collaborazione con la giustizia di numerosi esponenti della Nco inizia la fine dell’impero di Raffaele Cutolo.
Cutolo e Br
Con la morte a 79 anni, Raffaele Cutolo porta con sé anche i misteri relativi ai suoi rapporti con le Brigate Rosse e i servizi segreti. Fu proprio il boss a partecipare alla trattativa per la liberazione dell’assessore regionale Ciro Cirillo, sequestrato dalla colonna napoletana delle Br. Nel 2016 rivelò anche che il suo intervento per far rilasciare il presidente della Democrazia cristiana, Aldo Moro, fu rifiutato dai politici di allora:” Per Ciro Cirillo si mossero tutti, per Aldo Moro nessuno, per lui i politici mi dissero di fermarmi, che a loro Moro non interessava”.
Il testo della Canzone Don Raffaè di Fabrizio de Andrè
Io mi chiamo Pasquale Cafiero
E son brigadiero del carcere, oiné
Io mi chiamo Cafiero Pasquale
E sto a Poggio Reale dal '53
E al centesimo catenaccio
Alla sera mi sento uno straccio
Per fortuna che al braccio speciale
C'è un uomo geniale che parla co' me
Tutto il giorno con quattro infamoni
Briganti, papponi, cornuti e lacchè
Tutte l'ore co' 'sta fetenzia
Che sputa minaccia e s'a piglia co' me
Ma alla fine m'assetto papale
Mi sbottono e mi leggo 'o giornale
Mi consiglio con don Raffae'
Mi spiega che penso e bevimm' 'o café
Ah, che bell' 'o cafè
Pure in carcere 'o sanno fa
Co' a ricetta ch'a Ciccirinella
Compagno di cella, c'ha dato mammà
Prima pagina, venti notizie
Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
Si costerna, s'indigna, s'impegna
Poi getta la spugna con gran dignità
Mi scervello e m'asciugo la fronte
Per fortuna c'è chi mi risponde
A quell'uomo sceltissimo immenso
Io chiedo consenso a don Raffae'
Un galantuomo che tiene sei figli
Ha chiesto una casa e ci danno consigli
Mentre 'o assessore, che Dio lo perdoni
'Ndrento a 'e roulotte ci alleva i visoni
Voi vi basta una mossa, una voce
C'ha 'sto Cristo ci levano 'a croce
Con rispetto, s'è fatto le tre
Volite 'a spremuta o volite 'o cafè?
Ah, che bell' 'o cafè
Pure in carcere 'o sanno fa
Co' a ricetta ch'a Ciccirinella
Compagno di cella, c'ha dato mammà
Ah, che bell' 'o café
Pure in carcere 'o sanno fa
Co' a ricetta di Ciccirinella
Compagno di cella, preciso a mammà
Ca' ci sta l'inflazione, la svalutazione
E la borsa ce l'ha chi ce l'ha
Io non tengo compendio che chillo stipendio
E un ambo se sogno 'a papà
Aggiungete mia figlia Innocenza
Vuo' 'o marito, non tiene pazienza
Non vi chiedo la grazia pe' me
Vi faccio la barba o la fate da sé?
Voi tenete un cappotto cammello
Che al maxi-processo eravate 'o cchiù bello
Un vestito gessato marrone
Così ci è sembrato alla televisione
Pe' 'ste nozze vi prego, Eccellenza
Mi prestasse pe' fare presenza
Io già tengo le scarpe e 'o gilley
Gradite 'o Campari o volite o cafè?
Ah, che bell' 'o café
Pure in carcere 'o sanno fa
Co' a ricetta ch'a Ciccirinella
Compagno di cella, cc'ha dato mammà
Ah, che bell' 'o café
Pure in carcere 'o sanno fa
Co' a ricetta di Ciccirinella
Compagno di cella, preciso a mammà
Qui non c'è più decoro, le carceri d'oro
Ma chi l'ha mai viste chissà
Chiste so' fatiscienti, pe' chisto i fetienti
Si tengono l'immunità
Don Raffae' voi politicamente
Io ve lo giuro, sarebbe 'nu santo
Ma 'ca dinto voi state a pagà
E fora chist'ati se stanno a spassa'
A proposito tengo 'nu frate
Che da quindici anni sta disoccupato
Che s'ha fatto cinquanta concorsi
Novanta domande e duecento ricorsi
Voi che date conforto e lavoro
Eminenza, vi bacio, v'imploro
Chillo duorme co' mamma e con me
Che crema d'Arabia ch'è chisto cafè