A Casteldaccia errori e negligenze alla base della morte di 5 operai, travolti dalla fermentazione dei liquami

A Casteldaccia errori e negligenze alla base della morte di 5 operai, travolti dalla fermentazione dei liquami

A Casteldaccia errori e negligenze alla base della morte di 5 operai, travolti dalla fermentazione dei liquami


13 novembre 2024, ore 20:00

La tragedia nel maggio scorso, nella provincia di Palermo, durante un intervento sulla rete fognaria, compiuto senza le adeguate protezioni, tre gli indagati


Un intervento compiuto senza attrezzature adeguate, con personale non addestrato a dovere. La morte dei cinque operai a Casteldaccia, Palermo è stata determinata da procedure e abilità inadeguate. Il 5 maggio scorso gli operatori sono stati mandati praticamente allo sbaraglio, senza protezioni respiratorie, e senza aver ricevuto addestramento sugli interventi sulle reti fognarie. Solo uno ne aveva una conoscenza. Le cinque vittime sono state stordite, poi travolte, dai vapori dei liquami, che avrebbero dovute essere misurati prima di operare.
I consulenti tecnici della Procura di Termini Imerese, che indaga confermano i primi sospetti. L'incidente mortale sarebbe stato provocato dall'inalazione del gas prodotto dalla fermentazione dei liquami, Nel registro degli indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime sono finiti Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio, il direttore dei lavori del cantiere, il tecnico di Amap Gateano Rotolo, e il dirigente della Tek Giovanni Anselmo.


Le conclusioni dei tecnici

"Nessuno degli operatori in possesso di rilevatori multigas era presente il 6 maggio  a Casteldaccia presso l'impianto di sollevamento fognario- scrivono i consulenti - Non risulta inoltre che le altre società, TEK Infrastrutture e Quadrifoglio Group, dispongano di rilevatori multigas e di attrezzatura specifica per l'attività di lavoro in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento". A differenza di Amap che sulla carta ne era fornita. Sempre secondo gli esperti, "i liquami fognari presenti nella vasca dell'impianto ISF 51 e nell'intero condotto fognario presentavano valori di solfiti e solfuri decisamente superiori ai limiti previsti per scarichi in rete fognaria".

Nessun dispositivo e nemmeno corsi

E’ la sola AMAP Spa, in base ai propri documenti per la sicurezza, ad aver predisposto, ma non ha seguito, idonee procedure specifiche di lavoro. Per quanto riguarda le società TEK Infrastrutture Srl e Quadrifoglio Group Srl, queste non hanno predisposto e tantomeno seguito procedure specifiche di lavoro in ambienti a sospetto inquinamento, come l'impianto di Casteldaccia,malgrado il DVR, documento di valutazione dei rischi, della TEK Infrastrutture ed il POS (piano operativo di sicurezza) della Quadrifoglio Group prevedano tale attività di lavoro e le conseguenti misure di sicurezza da adottare”. Le vittime dell’incidente sul lavoro furono quattro dipendenti della Quadrifoglio Group, la società che aveva avuto in subappalto i lavori dalla Tek, che a sua volta si era aggiudicata la manutenzione della rete fognaria dall’Amap, municipalizzata di Palermo. La quinta vittima era un interinale Amap. “La Tek Infrastrutture Srl e la Quadrifoglio Group Srl – proseguono gli esperti della Procura – formano i loro operatori per l’attività di lavoro a rischio alto con corsi 12 ore, ma i CTU non hanno trovati riscontri sul fatto che gli operatori delle due società siano stati informati, formati ed addestrati sui rischi lavorativi legati ad ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento e non hanno trovato traccia per la formazione degli operatori all’uso dei dispositivi di protezione di terza categoria per le vie respiratorie”.


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