02 gennaio 2025, ore 13:30
Da millenni l'evento viene ritenuto beneagurante per l'esistenza del nascituro, la bimba è nata presso l’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno
Da millenni si dice “nascere con la camicia” e nel 2025 il raro evento si è già verificato a Cuneo. Tra i primi nati in Italia c’è Mirabel, venuta alla luce per prima presso l’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno. E’ nata con parto in acqua alle 21.32 di mercoledì 1 gennaio, pesava 2,96 chilogrammi. La mamma Martina, il papà Nicolò, di Narzole nel Cuneese, sono rimasti sorpresi, perché nascere con la camicia non è un fatto prevedibile.
Cosa significa “nascere con la camicia" ?
L’ospedale ha spiegato che l’evento non presenta rischi per il neonato, anzi, la mancata rottura delle acque, del sacco amniotico, favorisce una nascita senza traumi, con un involucro che avvolge il neonato e lo preserva dagli inconvenienti. Per questo motivo si cominciò a dire: “è nato con la camicia” .Il rarissimo caso veniva considerato beneagurante per la vita del bimbo, che poteva cominciare la sua esistenza con questo “aiutino”.A spiegare il caso della bimba nata a Capodanno “con la camicia” è la struttura sanitaria: il parto è avvenuto "senza la rottura del sacco amniotico”, ovvero senza quella che comunemente viene chiamata la rottura delle acque. "Si tratta – spiegano dall'ospedale – di un fenomeno non prevedibile e per nulla rischioso per il neonato. L'integrità del sacco amniotico consente un passaggio meno traumatico del bambino, che entra nel mondo esterno ancora avvolto nel liquido amniotico a temperatura corporea”.
Accade in un caso su 80.000
Una nascita di questo tipo ha dei risvolti mistici. La camicia è metafora della placenta. In una nascita su 80mila accade che il bimbo venga al mondo totalmente avvolto nel sacco amniotico o con dei suoi frammenti attaccati alla pelle, spesso sulla testa. Ecco perché in molte culture nordiche si dice "nascere con il cappello"». Dopo il parto, la placenta veniva rimossa e conservata, alcuni la mettevano in un sacchetto da portare al collo. Grande sventura, invece, era predetta a chi l'avesse distrutta o persa. Questo tipo di nascita è meno comune nel parto vaginale che in quello cesareo. Questo perché il sacco amniotico di solito si rompe quando si sta per entrare in travaglio e dunque si rompono le acque. Anche l'induzione del travaglio di solito rompe il sacco. A volte, però, il travaglio può avvenire senza che la membrana amniotica si rompa. Nel parto cesareo, i medici di solito perforano la membrana per estrarre il bambino. Ma a volte possono scegliere di lasciare integro il sacco amniotico in cui è avvolto.