A Dream Outside dei Gengahr
Gengahr il nuovo album "A Dream Outside"
17 luglio 2015, ore 16:29
agg. 12 marzo 2021, ore 15:30
#SpotON, presenta i Gengahr con il loro album di esordio "A Dream Outside", pubblicato il 12 giugno per Transgressive Music.
Qualcuno li avrà già visti di spalla agli Alt - J (insieme ai Wolf Alice, protagonisti della prima puntata di #SpotON) lo scorso febbraio, i Gengahr sono una delle band con più "hype" intorno in UK.
CHI: Gengahr, quartetto che arriva da north London, a quanto pare in questo momento una delle zone più prolifiche dell'Inghilterra. Psych-pop di altissima qualità firmato da Felix Bushe (voce e chitarra), John Victor (chitarra), Hugh Schulte (basso) e Danny Ward (batteria).
COSA: Il primo album "A Dream Outside", pubblicato il 12 giugno per Transgressive Music.
DOVE: www.genghar.com oppure dal vivo il 5 novembre in data unica al Circolo Magnolia di Segrate (MI) per il loro primo show italiano da headliner.
PERCHÉ: Negli ultimi mesi il nord di Londra sembra tornato ad essere il centro del mondo musicale e a farla da padroni sulla carta, stampata e non, sono le due band che lo scorso febbraio hanno aperto le trionfali date degli Alt-J. Una, i Wolf Alice, è già stata ospite della rubrica, gli altri si chiamano Gengahr, storpiatura del nome di un Pokemon. Anche i temi toccati nel loro debut album "A Dream Outside", uscito circa un mese fa, hanno a che fare con il mondo della fantasia, da vampiri e streghe ai film horror "come una volta", e infatti il leader Felix Bushe, citando David Bowie, Lou Reed, David Lynch e Terry Gilliam come principali responsabili, dice di trovare più interessante il 'lato fantastico del mondo'. Il suono è un ottimo mix di pop e psichedelia a metà strada tra la loro regione di provenienza e gi Stati Uniti, con i bizzarri riff del chitarrista John Victor, già paragonato da qualcuno (forse in maniera azzardata) a monumenti dell'alternative com Johnny Greenwood dei Radiohead e Graham Coxon dei Blur, a fare la parte del leone. In brani come She's a Witch e Bathed In Light la melodia è accattivante, il ritmo ballabile, a modo suo, ma sembra di qualcosa mai sentito. Certo, la vicinanza con una delle band più interessanti degli ultimi anni, i Temples, c'è, così come con gli Alt-J stessi, però i Gengahr vivono di vita propria. Le soluzioni che la band britannica sceglie sono ammirevoli, perché riescono ad essere 'catchy' ma non banali, è come se scegliessero il sentiero più difficile per raggiungere la meta, ma ci arrivassero più in forma di altri (Where I Lie, Heroine). In attesa di verificare la loro ottima reputazione live anche da queste parti l'interrogativo d'obbligo è uno: che il guitar rock sia tornato di nuovo, prepotentemente, nelle corde degli inglesi (e quindi dell'Europa, almeno), dopo un periodo di flessione? Se questi sono i risultati io spero di sì
#SpotON tracks: She's A Witch, Powder, Dizzy Ghosts, Where I Lie e Heroine.