A Genova al via le celebrazioni per i 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini. Chi era l’apostolo del Risorgimento?
10 marzo 2022, ore 19:30 , agg. alle 08:48
A 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini, che avvenne il 10 Marzo del 1872 in quel di Pisa, vale la pena ricordare uno degli italiani più fraintesi della storia, che la sua città natale celebra con una serie di imperdibili eventi
In vita fu l’incubo delle polizie di mezza Europa, considerato alla stregua di un terrorista, venne condannato a morte dal Regno Sabaudo e dall’impero austro-ungarico, ma dopo la morte venne preso a emblema di quell’unità italiana che si, si era alla fine realizzata, ma alla quale lui non darà mai appoggio e consenso. Chi era Giuseppe Mazzini e perché le sue riflessioni andrebbero rilette anche oggi?
L’IDEA DELL’ITALIA UNITA ERA DIVERSA PER MAZZINI
Dopo tanti secoli di oppressione e governi stranieri l’Italia sarebbe dovuta risorgere non con le manovre dei sovrani ma grazie alla rivoluzione del popolo! Per tutta la vita Giuseppe cercò di realizzare il suo ideale: che il popolo italiano si sollevasse contro i tiranni che lo opprimevano e formasse una Repubblica libera e indipendente. Da giovane si affilia alla carboneria nei moti del 1830-1831 ma poi capisce che non è rinchiudersi in una setta gerarchica la chiave per la rivoluzione, ma affrontare i sovrani di petto grazie al sostegno del popolo. Nel ‘31 arriva l’esilio. Fonda quindi la Giovine Italia prima, e dopo, esiliato, la Giovine Europa dove riunì la meglio gioventù italiana ed europea unita sotto il sogno repubblicano. Per lui infatti l’interesse della libertà dei popoli era un interesse comune a tutti i compatrioti del mondo. La fratellanza la esprimeva attraverso le numerosissime lettere che terminava col suo inconfondibile “Amiamoci”, che verrà ripreso anche dall’inno di Mameli.
IL SOGNO DI MAZZINI PERÒ ERA DESTINATO A RESTARE TALE
Dopo la breve ma importante esperienza di governo nella Repubblica Romana del 1849, la cui costituzione fu un modello per i padri costituenti del 1946, Mazzini si ritirò a Londra dove tornò in esilio. Nella capitale inglese era già un personaggio molto conosciuto e amico di celebri scrittori come ad esempio Charles Dickens. Inoltre visse nella stessa Londra dove risiedeva anche il padre del Capitale, Karl Marx, il quale non stimava particolarmente Mazzini per via della sua visione religiosa e pressoché messianica della rivoluzione.
MAZZINI UOMO CONCRETO
Basti pensare che a Londra si interessò ai problemi degli operai italiani immigrati o esuli a Londra. Nel 1840 infatti, un gruppo di operai venne a chiedergli aiuto per la creazione di una scuola. Ci volle del tempo ma un anno dopo la Libera scuola per i lavoratori venne inaugurata, con 51 iscritti. Per lo più erano figli di operai, artigiani e artisti di strada. Quello che serviva per scrivere e i libri erano distribuiti gratuitamente e le lezioni si tenevano di sera e la domenica pomeriggio, quando i bambini non dovevano lavorare. In pochi mesi, la scuola, che fu un successo, amplificato dalla stampa, raggiunse i 200 iscritti tra cui 7 ragazze. Il genovese gestiva la scuola e insegnava utilizzando un approccio pedagogico il più possibile concreto. Dopo i lunghi anni londinesi in esilio (1837-1868) ricominciò il lungo peregrinare in Europa che lo portò, gravemente malato, a rientrare in Italia il 7 febbraio 1872 a Pisa sotto il falso nome di Giorgio Brown, giusto in tempo per l’ultimo saluto alla penisola tanto amata, per cui combatté e visse in esilio per gran parte della sua vita.
UNA FIGURA FEDELE AI SUOI IDEALI
Mazzini, in questo senso, è forse una delle poche figure coerenti della nostra storia. Mantenne i suoi ideali dall’inizio alla fine, senza mai cedere. La sua città natale Genova lo ricorda in questi giorni con tanti appuntamenti in questi giorni, come ricorda l’assessore alla cultura Barbara Russo in diretta su RTL 102.5 NEWS, con appuntamenti alla casa museo di via Lomellini, al cimitero monumentale di Staglieno e a Palazzo Tursi. E' iniziato oggi alle 10:30 al Museo del Risorgimento dove è stata presentata una selezione di lettere autografe curata da Elena Putti. Evento accompagnato dalle note della chitarra di Mazzini eseguite dal maestro José Scanu. Al teatro Carlo Felice l'appuntamento più atteso: lunedì 14 marzo, a ingesso libero, il concerto della Filarmonica Sestrese. Ieri, inoltre, a Palazzo Ducale il convegno "Mazzini e la patria", con la presentazione del libro di Francesco Carlesi. Non perdetevi questo imperdibile appuntamento con la storia!