A Napoli in due settimane sono stati uccisi tre giovanissimi: è allarme sociale?
11 novembre 2024, ore 13:00
Arcangelo Correa, Santo Romano ed Emanuele Tufano, tre ragazzi che in comune non avranno più l’opportunità di riabbracciare le loro famiglie
Giovani e armi hanno troppe cose in comune. Cresce la violenza tra gli adolescenti e in due settimane, tre giovanissimi sono stati uccisi a Napoli. La banalità dei motivi e la giovane età dei coinvolti destano preoccupazioni.
Arcangelo Correa, Santo Romano ed Emanuele Tufano, sono stati strappati ai loro famigliari nell’arco di pochi giorni da un omicidio all’altro. La breve distanza tra questi fatti suggerisce che la situazione abbia ormai assunto i connotati di un problema sociale e della poca sicurezza che si pone sia nei controlli in strada, ma anche il poco controllo all’interno del nucleo familiare.
Il caso di Arcangelo Correa
L’ultimo tragico episodio è avvenuto il 9 novembre. Arcangelo Correa, 18 anni appena compiuti e incensurato, è stato freddato con un colpo di pistola alla testa nel centro storico di Napoli. Il responsabile sarebbe Renato Caiafa, 19 anni, già indagato in passato per ricettazione e detenzione di armi clandestine, che ha dichiarato di aver colpito accidentalmente il cugino Argangelo, mentre maneggiava una pistola. “L’arma era sotto un auto, l’ho raccolta ed è partito il colpo”, ha spiegato al pm. Il proiettile, sparato da una Beretta calibro 9, ha colpito la giovane vittima, che è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Pellegrini, dove è deceduta poche ore dopo. Le indagini continuano per chiarire la dinamica dei fatti. Renato Caiafa si è presentato spontaneamente in Questura, accompagnato dalla zia, ed è indagato per omicidio colposo. Il ragazzo è il fratello di Luigi Caiafa, morto quattro anni fa a 17 anni, ucciso da un poliziotto durante una rapina.
Santo Romano e la lite mortale
Una settimana prima, Santo Romano, 19 anni, è stato ucciso a San Sebastiano al Vesuvio in seguito a una lite per un motivo banale: una scarpa. Per difendere il suo amico, Santo, ha perso la vita e a premere il grilletto è stato un ragazzo di 17 anni, che subito dopo l’omicidio ha continuato la serata nei locali della città. Il minorenne, accusato di delitto, avrebbe estratto una pistola dai pantaloni, puntandola sotto il mento di un altro ragazzo con il quale stava discutendo e poco più tardi avrebbe esploso due colpi su Santo Romano. I testimoni raccontano che prima di accasciarsi a terra si sarebbe alzato la maglietta per mostrare il buco su aveva in petto al suo gruppo di amici. Poi la corsa all’ospedale, inutile, perché il giovane era già morto.
Il giovanissimo Emanuele Tufano
Emanuele Tufano, è un ragazzino del rione Sanità ucciso il 24 ottobre in una sparatoria con un altro gruppo di ragazzini. La sparatoria ha causato anche altri due feriti minorenni, di 14 e 17 anni. Una ventina i colpi esplosi da due-tre armi da fuoco da circa 250 metri, che hanno mandato in frantumi i parabrezza delle auto parcheggiate e le vetrine dei negozi. A terra, tra i molti bossoli, il corpo ormai senza vita di Emanuele Tufano, colpito alle spalle mentre scappava. A ucciderlo sarebbe stato un singolo proiettile e un sistema di videosorveglianza potrebbe aver ripreso il delitto. I ragazzi si sono trovati lì su appuntamento, forse per risolvere delle divergenze, poi la discussione si è degradata fino a sfociare nell’omicidio. Due i minorenni indagati a piede libero per la sparatoria e per il possesso di armi, uno dei due già noto per aver partecipato ad un accoltellamento. Entrambi hanno: “Loro erano su 8 scooter e noi eravamo soli in 4 su due motorini. Ci hanno sparato e noi abbiamo risposto”.
“Acquistare armi online è diventato facilissimo”
Negli ospedali di Napoli e provincia, il personale medico assiste a un aumento allarmante di adolescenti feriti da armi da fuoco e da taglio. Il Direttore del CTO di Napoli, Mario Guarino, esprime preoccupazione per la frequenza di traumi gravi e omicidi di minorenni. Recentemente, alcuni ragazzi sono arrivati in ospedale con lesioni a pochi millimetri dal cuore. E un’inchiesta rivela: «Per comperare un’ arma ormai bastano una carta di credito e 200 euro e la trattativa viene svolta tutta online, in totale “normalità”».