A scuola arriva l'ora di Intelligenza artificiale. L'IA però divide i docenti, i più favorevoli sono i prof trentenni
01 febbraio 2024, ore 08:00
L'istituto di Jesi che ha introdotto la materia dell'intelligenza artificiale, è il primo delle Marche e uno dei pochi in Italia dove però l'IA si affronta come semplice progetto, su base volontaria
Un’ora di lezione a settimana, nelle classi quarte e quinte con l’obiettivo di fornire agli studenti una preparazione più specifica e avanzata sulle tecnologie emergenti e sulle loro applicazioni. L’Intelligenza artificiale diventa dunque una vera e propria materia nell'istituto di istruzione superiore "Marconi Pieralisi" di Jesi che ha introdotto in via sperimentale, primo delle Marche e uno dei pochi a livello nazionale, la disciplina all'interno dell'Indirizzo Informatica e Telecomunicazioni. Nei pochi casi in Italia di scuole dove l’"Intelligenza Artificiale" è contemplata, infatti si affronta come semplice progetto su base volontaria. Secondo l’indagine del sindacato della scuola Gilda però i docenti si dividono, il 52% è contrario al suo utilizzo mentre il 48% - per la maggior parte under 35 - è favorevole. Per Gilda l’intelligenza artificiale può essere uno strumento prezioso per la scuola, ma non potrà mai sostituire il ruolo dell’insegnante.
L'INDAGINE SWG PER GILDA
Il tema del 'gradimento' dell'Intelligenza artificiale nella scuola è stato affrontato da un sondaggio che è stato svolto da Swg su un campione di 600 insegnanti italiani e che è stato presentato ieri dal sindacato Gilda. Dall'indagine emerge che l'intelligenza artificiale divide i docenti: il 52%, soprattutto tra gli over 55, si ritiene contrario al suo utilizzo mentre il 48% - per la maggior parte under 35 - è favorevole. Gran parte dei docenti ritiene utile l'AI per la burocrazia scolastica (44%) come per assenze, voti o correzione delle verifiche; per i programmi e i materiali didattici (41%); per la formazione dei docenti (37%). Ma per il 47% degli insegnanti ci sono più rischi che opportunità per quanto riguarda l'insegnamento in aula, per il 55%, poi, per il rapporto tra scuola e famiglia e per il 63% per lo svolgimento dei compiti a casa. Secondo lo studio, per oltre la metà dei docenti l'intelligenza artificiale può valorizzare la professione (per il 56%), specialmente tra i più giovani (66% tra gli under 35). Per il 29 per cento, invece, l'IA è considerata una minaccia: tra i professori di liceo si respirano le maggiori preoccupazioni. "Noi della Gilda degli Insegnanti siamo convinti che l'IA possa essere uno strumento prezioso per la scuola, ma che sia necessario utilizzarla in modo consapevole e responsabile. Tuttavia è importante che il ruolo dell'insegnante, protagonista del processo educativo, non venga sminuito o addirittura sostituito", commenta il coordinatore nazionale della Gilda, Rino di Meglio. "Il sondaggio conferma che l'intelligenza artificiale è una rivoluzione che sta cambiando il mondo - conclude - e che non può essere ignorata dal sistema scolastico, nonostante persista una forte divisione tra favorevoli e contrari".
OBIETTIVO DELLA SCUOLA, AUMENTARE LE OPPORTUNITA' DEGLI STUDENTI
Il coordinatore del Dipartimento di Informatica dell'istituto di Jesi, Marcello Pigini, spiega che "la disciplina è stata introdotta nelle classi quarte e quinte per un'ora a settimana. Lo scopo della proposta è quello di fornire agli studenti una preparazione più specifica e avanzata sulle tecnologie emergenti e sulle loro applicazioni. L'IA rappresenta una disciplina sempre più richiesta nel mondo del lavoro anche nel nostro territorio, e negli ultimi anni ha acquisito un'identità sempre più forte per cui abbiamo pensato di introdurla come disciplina a sé stante. Si intende offrire, quindi, agli studenti la possibilità di ampliare significativamente il loro bagaglio culturale e le loro opportunità di carriera future".