29 ottobre 2021, ore 20:30
Ancora una volta un'ordinanza comunale torna al centro delle polemiche
Ha fatto il giro dei social e del web, come spesso accade per ordinanze comunali o provvedimenti di amministratori locali. A Terni il primo cittadino Leonardo Latini ha firmato un'ordinanza comunale "anti-prostituzione" che vieta "a chiunque" di mantenere un "abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo" e di "mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione". Il sindaco ha risposto alle polemiche spiegando che nessuna tipologia di abbigliamento sarebbe in realtà vietata.
L'ordinanza
È "fatto divieto a chiunque" di mantenere un "abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione". È questo uno dei passaggi dell'ordinanza finita al centro della polemica nel comune di Terni, in Umbria, a firma del sindaco leghista Leonardo Latini. Un provvedimento che, a spiegazione dello stesso Latini, risale al luglio del 2020, salvo poi essere stato ripresentato anche per il 2021.
Le parole del sindaco
"Se si legge il provvedimento attentamente e con uno spirito laico ci si accorge che non è vietato alcun tipo di abbigliamento particolare da parte di nessuno" spiega il primo cittadino rispondendo alle polemiche che lo hanno investito. "C'è solamente la volontà di contrastare un fenomeno. Occorre leggere bene e non estrapolare singole parole, perché altrimenti si rischia di strumentalizzare il tutto". Latini ha motivato il rinnovo dell'ordinanza riferendo di alcune segnalazioni di "recrudescenza di certi tipi di fenomeni".
La polemica
Non è la prima volta che un'ordinanza comunale fa discutere l'opinione pubblica. Ancora una volta il tema al centro della polemica riguarda l'abbigliamento, specialmente nei mesi estivi. "Di ordinanze come questa - continua il sindaco di Terni - ce ne sono a decine in Italia e sono state sostanzialmente adottate da sindaci di centrodestra e di centrosinistra". Sarebbe necessario "andare a vedere se quei provvedimenti sono stati adottati per contrastare un fenomeno deprecabile come quello dello sfruttamento della prostituzione, andando a valutare l'utilità di simili strumenti per le forze dell'ordine".