Acqua alta a Venezia, si attiva il Mose e la città resta all'asciutto dopo le polemiche per gli allagamenti di ieri

Acqua alta a Venezia, si attiva il Mose e la città resta all'asciutto dopo le polemiche per gli allagamenti di ieri

Acqua alta a Venezia, si attiva il Mose e la città resta all'asciutto dopo le polemiche per gli allagamenti di ieri


09 dicembre 2020, ore 15:00

Questa notte sono state sollevate le paratoie che chiudono le tre bocche di porto. Ieri errate previsioni meteorologiche avevano portato alla decisione di non attivare il sistema che protegge la Laguna provocando allagamenti nel centro della città. Danni ingenti per la Basilica di San Marco e per i commercianti. Ora si valuta di rivedere i limiti oltre il quale si attiva il Mose

Le 78 paratoie del Mose si sono attivate la scorsa notte nelle 3 bocche di Porto del Lido, Alberoni e Chioggia per proteggere Venezia dall’acqua alta e ancora una volta il sistema ha funzionato. Alle 8,05 si è toccato il picco di marea di 123 cm sul livello del mare, ma in città non si sono registrati problemi. La decisione di innalzare la diga è stata presa per precauzione dopo quello che è successo ieri. Sulla base di previsioni meteo che stimavano l’acqua alta fino a 125 cm, si era scelto di non far scattare l’opera idraulica. Previsioni che si sono però rivelate errate e la marea è arrivata a 138 cm, allagando il centro. “Bisogna essere più veloci nel reagire. Con il commissario Spitz, il Provveditore, il Prefetto, la Capitaneria, c'è una reale collaborazione. La questione è più politica: dobbiamo far sì che sia la città a dichiarare quando si deve chiudere il Mose oppure no” - ha dichiarato ieri il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che poi ha aggiunto: ”Speriamo che le forze politiche, il Governo capiscano che non c'è da parte nostra nessun tipo di polemica. Dobbiamo accorciare la catena di comando, lasciare pure il commissario a fare il lavoro che sta svolgendo ottimamente, ma la gestione credo spetti alla città". Parole confermate anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: ”Quella del Mose è una partita distante dalla Regione, bisogna riportare queste competenze in capo al sindaco, perché è l’autorità che vede la Laguna”. Nel frattempo proseguono le verifiche sui problemi registrati ieri nella gestione dell’emergenza: Cinzia Zincone, a capo del Provveditorato alle opere pubbliche del Nord Est ha fatto sapere questa mattina che è già stata convocata una riunione per valutare se siano necessari cambiamenti nelle procedure di attivazione del Mose. Zincone ha annunciato anche per le paratoie resteranno aperte per i prossimi 3 giorni. Il Centro maree del Comune prevede un nuovo picco domani di 135 centimetri alle 7.15 e venerdì 11 di 140 centimetri intorno alle 8.

Danni ingenti per commercianti e la Basilica di San Marco.

Le errate valutazioni fatte ieri che hanno spinto a non attivare il Mose hanno portato a gravissime conseguenze per il centro di Venezia. Ancora una volta la Basilica di San Marco è finita sott’acqua.” Ogni volta mi chiedono quanti danni ha subito la Basilica ma è qualche cosa di incalcolabile vista la frequenza di acque alte degli ultimi anni" ha dichiarato il procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin che ha anche spiegato che " una volta si lavavano pavimenti, mosaici e marmi con l'acqua dolce e in uno-due giorni tutto tornava alla normalità”. "Ora invece - ha proseguito - i manufatti sono pregni di sale che, ad ogni acqua alta, oltre a non essere lavabile, raggiunge per contaminazione quote più alte sgretolando tutto”. Secondo Tesserin, comunque, quanto successo ieri può essere una lezione utile per il futuro perché si è dimostrato che le previsioni di marea non sono attendibili ed è quindi necessario rivedere il limite oltre il quale si attiva il Mose. Di fatto le stesse valutazioni fatte dal sindaco Brugnaro che ieri ha ricordato come il sistema sia ancora in fase sperimentale e partirà ufficialmente solo dal 31 dicembre del 2021. Parlano di danni ingenti anche i commercianti, già messi in ginocchio dall’emergenza coronavirus e dal crollo dei turisti. ” Tutti chiusi per crisi e tutti a pulire per l'acqua alta: siamo in ginocchio e c'è chi ci bastona sulla schiena”. A dirlo Raffaele Alajmo, titolare dello storico caffè “Quadri" di Piazza San Marco. “Nel mio locale ho già contato tra i 2 e i 3mila euro di danni” - ha sostenuto Claudio Vernier, presidente dell’associazione Piazza San Marco, secondo il quale bisognerà far scattare il Mose con maree che superino i 110 cm, trovando un compromesso con il Porto che vedrà rallentare la propria attività.


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