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Con Giorgia Surina

Adolescence, trama, cast e recensione della serie Netflix del momento

Adolescence, trama, cast e recensione della serie Netflix del momento

Adolescence, trama, cast e recensione della serie Netflix del momento Photo Credit: Agenzia Fotogramma.it


Ideata da Stephen Graham e diretta da Philip Barantini, è al centro di dibattito e, grazie al passaparola, si sta imponendo in tutto il mondo

Ogni episodio finisce sempre nello stesso modo: la macchina da presa, dopo aver regalato i quattro piani sequenza che costruiscono i quattro episodi di “Adolescence”, termina la propria corsa sempre sulla sofferenza, sul dolore e sul disagio di un personaggio, inquadrato mentre piange, singhiozza, ha una crisi o semplicemente è solo in balia di un peso difficile da sopportare.

La serie di cui tutti parlano che lascia semplicemente sbalorditi. Non solo dal modo in cui viene messa in scena, ma soprattutto dalle tematiche così tragiche che prova a narrare.

“Adolescence”, produzione Netflix ideata da Stephen Graham e diretta da Philip Barantini, è il fenomeno del momento, la serie al centro di dibattito che, grazie al passaparola, si sta imponendo in tutto il mondo.

ADOLESCENCE, LA TRAMA

Per chi non ama le narrazioni lunghe, strutturate per proseguire in più di una stagione, “Adolescence” è la serie che fa per voi. Se però non volete subire una storia drammatica, tragica e dolorosissima, aspettate a vederla.

Non si ispira a fatti realmente accaduti, ma chiaramente parla di storie che in qualche modo accadono tutti i giorni sotto i nostri occhi.

Una giovane studentessa, Katie, viene trovata morta e il caso, che viene subito considerato un omicidio, porta l’intera comunità scolastica e il piccolo paese inglese a mobilitarsi per trovare la verità.

Tutto questo però non viene svelato subito allo spettatore, che invece scoprirà la vicenda in presa diretta, assieme ai personaggi del racconto.

Ma al centro di "Adolescence" c’è altro. L’ipotesi è che il responsabile possa essere un suo coetaneo di appena 13 anni. Protagonista è Jamie Miller, interpretato da Owen Cooper, che diventa il principale sospettato e viene presto accusato dell’omicidio della compagna di classe.

Mentre la polizia indaga e gli esperti analizzano il caso, Jamie deve affrontare il peso delle gravi accuse e si proclama innocente. Al suo fianco c’è il padre Eddie, interpretato da Stephen Graham, che vive l’angoscia del figlio insieme a lui.

ADOLESCENCE, LA RECENSIONE

Uno sforzo creativo non da poco, quello messo in atto per portare in scena una storia che, di fatto, non è spettacolare o piena di effetti speciali, ma ha la forza e la potenza di essere così terribilmente vera e attuale. Non serve la classica scritta “tratto da una storia vera” per capire che le vicende dei personaggi sono credibilissime e parlano in modo diretto di questioni che viviamo ogni giorno, purtroppo.

“Adolescence” parla dei giovani, di una generazione sempre più crudele e spietata, ma non risparmia i genitori che si trovano a dover gestire qualcosa di più grande di loro.

Anche se all’inizio si presenta come un classico thriller poliziesco, episodio dopo episodio, quel genere così gettonato e blasonato, lascerà posto a ben altro. Resterete delusi guardando la serie solo aspettandovi la risoluzione di un giallo o un colpo di scena incredibile.

No, la serie è un dramma umano, sociale e profondo, che indaga un momento storico complesso e ingestibile, da dove è difficile scappare. La forma filmica, con la quale tutto viene raccontato, è quanto di più raffinato e colto ci possa essere in un prodotto seriale: piani sequenza interminabili, virtuosi e ambiziosi che non si risparmiano mai. La macchina da presa insegue, precede, pedina, scivola nei luoghi con freddezza e, appena ne ha la possibilità, spicca il volo.

C’è una grande finezza psicologica, una grande attenzione a tutto ciò che viene messo in scena…persino un banale sandwich diventa un espediente chiave per comprendere le sfaccettature psichiche e comportamentali di un personaggio. Nulla é lasciato al caso.

Un viaggio nella sofferenza, che spesso scorre sottotraccia nella nostra società, ma quando fuoriesce assume tratti sconcertati e orrorifici.

Si perché, anche se non rispetta gli stilemi tipici del cinema horror, “Adolescence” fa più paura di un “Terrifier” o di un “Heretic”. Dobbiamo tutti fare i conti con queste tematiche. Non possiamo più permetterci il lusso di girarci dall’altra parte e, proprio per questo, forse, si è scelto di non aggiungere tagli di montaggio, proprio per continuare a guardare, inesorabilmente.



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