29 gennaio 2024, ore 16:15
Il presidente del Consiglio: “La naturale vocazione dell'Italia è quella di essere un ponte, che trae origine dalle solide fondamenta che molto tempo fa un grande italiano come Enrico Mattei, fondatore di Eni, ha avuto la lungimiranza di saper immaginare”
Cinque priorità e 5,5 miliardi di euro di dotazione finanziaria. Così Giorgia Meloni ha accolto a palazzo Madama venticinque capi di Stato e di governo e decine di delegazioni ministeriali, i vertici delle istituzioni europee, la presidenza di turno dell'Unione Africana e il vicesegretario delle Nazioni Unite arrivati a Roma per partecipare al vertice "Italia-Africa, un ponte per una crescita comune", e ha rivelato alcuni dei dettagli del Piano Mattei per l'Africa.
Il ponte
"La naturale vocazione dell'Italia è quella di essere un ponte tra l'Africa e l'Europa - premette Meloni - un ponte che noi italiani abbiamo il vantaggio di poter costruire non partendo da zero, ma dalle solide fondamenta che molto tempo fa un grande italiano come Enrico Mattei, fondatore di Eni, ha avuto la lungimiranza di saper immaginare". Un Piano, aggiunge, che "può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: circa 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo". Entro l'anno, aggiunge, sarà messo a punto un "nuovo strumento finanziario assieme a Cassa Depositi e Prestiti per agevolare gli investimenti del settore privato".
Gli obbiettivi
Meloni ha indicato cinque obiettivi e le aree del continente africano dove si intende realizzarle: istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua ed energia sono le priorità del Piano Mattei, dice la premier, "un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano che sarà poi allargato seguendo una logica incrementale".
I Paesi
I Paesi coinvolti saranno il Marocco "dove puntiamo a realizzare un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili", l'Algeria per "un progetto di monitoraggio satellitare sull'agricoltura", mentre "in Mozambico siamo impegnati a costruire un Centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze, le esportazioni dei prodotti locali". In Egitto "prevediamo di sostenere, in un'area a 200 chilometri da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais, girasole con un investimento in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione. Oltre ovviamente ad accompagnare la formazione professionale. In Tunisia stiamo lavorando per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un'area di 8.000 ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare". Altri due progetti pilota saranno realizzati in Congo, per la costruzione di pozzi per la distribuzione dell'acqua soprattutto a fini agricoli alimentata da energia rinnovabile, e in Costa D'Avorio per il miglioramento dell'accessibilità "dei servizi sanitari primari".