Alcune famose catene di negozi stanno riducendo la loro presenza a New York, è record di chiusure
23 dicembre 2020, ore 20:00 , agg. alle 12:21
È record di chiusure di negozi delle più grandi catene a livello nazionale americano che negli ultimi tempi, complice anche la pandemia, hanno cambiato strategia e hanno chiuso i battenti costringendo i consumatori a correre al riparo. Ma c’è anche chi in questo periodo apre nuove attività scommettendo sulla ripartenza
A New York è record di chiusure di negozi delle grandi catene nazionali americane che per strategia, o per la complicità della pandemia hanno deciso di chiudere i battenti. Una su sette delle filiali di catene di negozi riconosciute a livello nazionale americano ha deciso di chiudere non aprire più le saracinesche, disorientando e spingendo i consumatori a correre al riparo. È quanto emerge dal rapporto “State of the Chains” del Center for an Urban Future pubblicato oggi negli Stati Uniti.
Un vero record
Si tratta di un vero e proprio record. 1.057 negozi delle più grandi catene nazionali americane, tra cui 70 Duane Reades, 49 Starbucks e 22 Papyrus, hanno sventolato bandiera bianca negli ultimi 12 mesi. È quanto emerge dal rapporto annuale “State of the Chains” del Center for an Urban Future.
Il calo del 13,3% infrange tutti i record precedenti riportati dallo stesso gruppo che si occupa di ricerche senza alcuno scopo di lucro. Non era mai successo da quando ha iniziato a elaborare i dati, 13 anni fa. Solo per fare un paragone, lo scorso anno, solo il 3,7% di tutti i negozi delle grandi catene americane aveva chiuso i battenti, contro lo 0,3% del 2018.
“Se le catene nazionali si stanno ridimensionando in questo modo, immagino che sia due volte più dannoso per i negozi e non tutti hanno la stessa capacità di resistere a una tempesta o di accedere ai finanziamenti”, ha detto Jonathan Bowles uno dei dirigenti del Center for an Urban Future.
Le zone di New York più colpite
Solo Manhattan ha assorbito i tagli più profondi con 520 chiusure di negozi delle grandi catene americane, quasi la metà del totale della città di New York. E una delle cause imputate a queste chiusure è dovuta anche chi come impiegati, turisti e residenti facoltosi che si sono trasferiti nelle abitazioni fuori dalla Grande Mela. Anche Midtown East, una zona che copre dal Rockefeller Center e la Fifth Avenue fino alla 60th Street, ha subito il colpo più grande con un calo del 23% nei negozi negli ultimi 365 giorni.
Quali i settori che hanno subito di più la crisi
Tra i settori più colpiti dalle chiusure ci sono le paninoteche che si rivolgono agli impiegati, molti dei quali da marzo hanno iniziato a lavorare da casa, secondo il rapporto "State of the Chains” del Center for an Urban Future, a causa del coronavirus. Dunkin 'Donuts, che ha cambiato il suo nome in DD nel 2019, rimane la più grande catena di vendita al dettaglio di New York con 608 sedi, afferma il rapporto. Ma questo storico marchio americano ha perso 18 negozi in un anno, segnando un record negativo.
Anche palestre e farmacie hanno sofferto molto perché con le restrizioni imposte dal Covid, le persone si sono rivolte sempre più Internet per acquistare beni di prima necessità, anche farmaceutici.
Gli abitanti della grande Mela hanno cominciato a non frequentare più le palestre per allenarsi a casa e un colosso come SoulCycle, di proprietà del miliardario, e sostenitore del presidente Trump Stephen Ross, ha chiuso tutte le 21 strutture che aveva in giro per la città, sebbene il suo sito web offra lezioni di spin in tre luoghi all'aperto. Ma questi sono solo alcuni degli esempi di catene nazionali americane che hanno chiuso i battenti nel 2020 c’è anche chi, invece ha incrementato i propri affari.
Chi va controcorrente
Se molte delle catene nazionali americane hanno optato per la chiusura dei negozi a New York, altre 40 hanno aumentato la loro presenza, a partire dai fast food di pollo fritto Popeyes, che ha aggiunto 11 nuovi ristoranti nella Grande Mela. Jonathan Bowles crede che queste chiusure siano solo temporanee e che un gran numero di lavoratori prima o poi tornerà negli uffici a pandemia terminata. Ma le chiusure potrebbero anche innescare una nuova ondata di imprenditori che premono per aprire negozi ha detto Bowles. “Assisteremo a una nuova ondata di imprenditorialità", ha sottolineato "Persone che hanno avuto la fortuna di non avere alcuna attività in questo momento ma che potrebbe affiliarsi a catene in diverse parti della città che non sono state colpite duramente come Manhattan”.