Alessandro D'Avenia, come Leopardi può salvarti la vita
14 novembre 2016, ore 10:03
Il professore e scrittore racconta il poeta più amato dai ragazzi tra libro e teatro
Alessandro D’Avenia dialoga con adolescenti e adulti, studenti e professori, chiedendo in prestito le parole a Giacomo Leopardi e lo fa con il suo ultimo libro "L'arte di essere fragili - Come Leopardi può salvarti la vita". Un viaggio che si sviluppa in tre tappe: le inquietudini dell’adolescenza, le prove della maturità, la conquista della fedeltà a se stessi, accettando debolezze e fragilità e imparando l’arte della riparazione della vita. "L'arte di essere fragili" diventa anche un racconto teatrale con la regia di Gabriele Vacis, disegno illuminotecnico e sonoro di Roberto Tarasco. Debutto a Milano il 15 novembre al Teatro Carcano. Seguiranno Palermo - Teatro Biondo - il 20 novembre e Torino - Teatro Colosseo - il 5 dicembre. Da gennaio 2017 continuerà nelle maggiori città italiane.
Nei versi senza tempo di un poeta spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato, Alessandro D’Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale, il rapimento della natura e lo sconvolgimento della passione. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente rivolgere – in aula, come nelle affollatissime presentazioni dei suoi romanzi – da ragazzi di ogni parte d’Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere. D’Avenia lancia una sfida a loro e ai lettori di tutte le età: Leopardi ha trovato nella poesia la sua ragione di vita, che gli consentì di cantare la vita benché non fosse stata generosa con lui, qual è la passione in grado di farli sentire vivi? Ogni stagione della vita è interpretata attraverso una coppia di poesie, rilette con la sensibilità, la consapevolezza e la forza comunicativa dello scrittore e del professore: L’infinito, A Silvia, La Ginestra. Un viaggio esistenziale ad alto tasso poetico e una rilettura appassionata di Leopardi, non poeta del pessimismo e del ripiegamento ma piuttosto della nostalgia, dell’inesausta tensione al superamento di sé, perché la carenza di felicità dei nostri tempi è spesso solo carenza di destini.