All'Arena di Verona torna l'Aida di Giuseppe Verdi

All'Arena di Verona torna l'Aida di Giuseppe Verdi

All'Arena di Verona torna l'Aida di Giuseppe Verdi


Nuova serata del calendario dell'Arena di Verona Opera Festival

Antico Egitto. L’amore fra il condottiero Radamès e la schiava (in realtà principessa) etiope Aida è osteggiato tanto dalla guerra fra i rispettivi popoli quanto dalla gelosia di Amneris, figlia del faraone. Quando viene fatto prigioniero anche il padre di Aida, il re Amonasro, la situazione precipita. Mentre si preparano le nozze fra Radamès e Amneris, Amonasro manipola la figlia affinché inganni l’amato. Sconvolta dagli eventi, Aida cede al ricatto, innescando una spirale che travolgerà tutto e tutti. Ancora una volta l'Aida incanta l'Arena di Verona per una nuova serata del calendario dell'Arena di Verona Opera Festival, quest'anno alla sua centunesima edizione, di cui anche per la stagione 2024 RTL 102.5 è media partner ufficiale. Grande successo per la direzione d'orchestra del maestro Marco Armiliato, per Marta Torbidoni nell'interpretazione di Aida, Agnieszka Rehlis in quella di Amneris e Gregory Kunde in quella di Radamès. L'Aida è un'opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni.


L'opera

La regia, le scene, i costumi, le luci e la coreografia sono state affidate a Stefano Poda con l'assistenza di Paolo Giani Cei, con orchestra, coro, ballo e tecnici della Fondazione Arena di Verona. Il maestro del coro è stato Roberto Gabbiani, il coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino, il direttore degli allestimenti scenici Michele Olcese.


La trama

Nel primo atto, il giovane guerriero Radamès sogna di guidare l’esercito dell'antico Egitto per ottenere la gloria e rendere fiera colei che segretamente ama: Aida, la schiava di Amneris (figlia del Faraone), a sua volta innamorata (e gelosissima) di Radamès. All’annuncio che l’Etiopia ha invaso l’Egitto, il Re proclama Radamès comandante supremo e inneggia alla guerra. Aida (che in realtà è una principessa etiope) è divisa fra l’amore per l’uomo e quello per la patria. Nel secondo atto, allietata da canti e danze, Amneris attende il ritorno dell’esercito vittorioso. Giunge Aida e la principessa, sospettando che sia lei la sua rivale in amore, la spinge con l’inganno ad ammettere i propri sentimenti per Radamès. L’ira vendicativa di Amneris esplode, ma l’arrivo delle truppe interrompe il diverbio fra le due. Si celebra il trionfo di Radamès e il Faraone gli promette qualunque cosa desideri. Fra gli etiopi catturati c’è anche il re Amonasro, padre di Aida, del quale però gli egizi ignorano la vera identità. Radamès chiede la libertà per tutti i prigionieri. Il Faraone acconsente e gli concede la mano di Amneris, ma il Gran Sacerdote Ramfis ottiene che almeno Aida e il padre restino ostaggi. Nel terzo atto, mentre Amneris prega al tempio di Iside, Aida si reca in riva al Nilo, dove Radamès le ha dato appuntamento. Prima rievoca la patria lontana e poi viene raggiunta dal padre, che, fra lusinghe e minacce, la persuade a farsi rivelare dall’amato il passaggio segreto delle truppe egizie. Radamès arriva e Aida lo convince a fuggire con lei attraverso il sentiero che solo lui conosce. Lui, ignaro del raggiro, glielo svela. Amonasro esulta e Amneris, uscita dal tempio, scopre tutto. Aida e il padre fuggono, mentre Radamès si consegna alle guardie. Nel quarto e ultimo atto, combattuta tra rabbia e amore, Amneris supplica Radamès di discolparsi dalle accuse di tradimento, svelandogli che Amonasro è morto, ma Aida no. Lui rifiuta e affronta il giudizio dei sacerdoti, guidati da Ramfis. La sentenza è terribile: sarà sepolto vivo. La disperazione di Amneris è inutile e la condanna irrevocabile. Ormai sepolto sotto il tempio di Vulcano, Radamès scopre che Aida si è nascosta nella tomba per morire con lui. I due giovani si congedano insieme dalla vita, sperando in una felicità ultraterrena, mentre Amneris invoca Iside affinché conceda la pace eterna all’amato.


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