Allarme della Corte dei Conti, negli ultimi 8 anni la fuga di cervelli dall'Italia aumentata del 41,8%

Allarme della Corte dei Conti, negli ultimi 8 anni la fuga di cervelli dall'Italia aumentata del 41,8%

Allarme della Corte dei Conti, negli ultimi 8 anni la fuga di cervelli dall'Italia aumentata del 41,8%


26 maggio 2021, ore 17:00 , agg. alle 17:45

A pesare le limitate prospettive occupazionali con adeguata remunerazione, sono sempre di più i giovani laureati che lasciano il nostro paese

Nell'ultimo decennio In Italia la quota dei giovani con una laurea è aumentata costantemente, ma le limitate prospettive occupazionali, con adeguata remunerazione, hanno spinto sempre più laureati a lasciare il Paese, con un aumento del +41,8% rispetto al 2013. E' quanto emerge dal Rapporto sul sistema universitario 2021 della Corte dei Conti. Un fenomeno riconducibile sia alle persistenti difficoltà di entrata nel mercato del lavoro sia al fatto che la laurea non offre, come in area Ocse, possibilità d'impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore".

Una situazione preoccupante

La ricerca della Corte dei Conti approfondisce finanziamento, composizione, modalità di erogazione della didattica, offerta formativa e ranking delle università italiane, sottolineando come l'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca ha fatto emergere giudizi di qualità elevati in prevalenza per le università del Nord del Paese rispetto a quelle del Sud e criticità per le telematiche. Il mancato accesso o l'abbandono dell'istruzione universitaria è prerogativa dei giovani provenienti da famiglie con redditi bassi, perchè la spesa per gli studi terziari, caratterizzata da tasse di iscrizione più elevate rispetto a molti altri Paesi europei, grava quasi per intero sulle famiglie, vista la carenza delle forme di esonero dalle tasse o di prestiti o, comunque, di aiuto economico per gli studenti meritevoli meno abbienti". Risultano, poi, ancora poco sviluppati i programmi di istruzione e formazione professionale, le lauree professionalizzanti in edilizia e ambiente, energia e trasporti e ingegneria, "e mancano i laureati in discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e questo incide negativamente sul tasso di occupazione".

 


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