Allarme rosso per i ghiacciai delle nostre Alpi, rischiano di scomparire nei prossimi 30 anni
Allarme rosso per i ghiacciai delle nostre Alpi, rischiano di scomparire nei prossimi 30 anni
12 dicembre 2020, ore 13:00
agg. 14 dicembre 2020, ore 12:21
È quanto ha rivelato uno studio, anche italiano, pubblicato sulla rivista di settore Climate Dynamics
Allarme rosso per i ghiacciai alpini. “Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi” si potrebbe prendere questa celebre frase di Alessandro Manzoni, tratta da “I promessi sposi”, e cambiare la parola monti con ghiacciai, per trovare il giusto slogan per risvegliare le coscienze sopite di tutti quelli che ancora non hanno capito che la situazione è drammatica. Ma cosa deve accadere per far suonare la sveglia? Il disequilibrio che si è venuto a creare nell’ecosistema è tale da far prevedere scenari apocalittici.
Grido di aiuto dei ricercatori, i ghiacciai alpini hanno meno di 30 anni di vita
I ghiacciai alpini, attualmente sotto i 3500 metri di quota, scompariranno nei prossimi 30 o 40 anni, se non si farà qualcosa per salvarli. E 30 o 40 anni, vuol dire che l’epilogo finale è previsto dopodomani, se si pensa ai tempi della storia del mondo. La stima è stata fatta da un gruppo di ricercatori dell'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, dell'università Aberystwyth del Galles, International Center for Theoretical Physics e dell'Università di Trieste, in uno studio pubblicato sulla rivista Climate Dynamics.
Addio ghiacciai, “sorgenti dalle acque ed elevati al cielo, cime inuguali note a chi è cresciuto tra voi”
Uno studio molto dettagliato desta molta preoccupazione per i suoi contenuti, a pubblicarlo è stata la rivista Climate Dynamics. Nella ricerca è stata analizzata a l'evoluzione della linea di equilibrio di tutti i circa 4000 ghiacciai delle Alpi, è questo è avvenuto all’interno di un arco temporale di 200 anni, dal 1901 al 2100.
Cosa vuol linea di equilibrio? Fattore fondamentale per lo studio
È quella linea che identifica la quota che separa la zona di accumulo di un ghiacciaio, vale a dire quella neve che alla fine dell'estate contiene anche una parte della neve caduta nel corso dell'inverno, e la zona di ablazione, vale a dire l’area in cui la neve invernale scompare quando le temperature sono elevate. Grazie, appunto, all’andamento della linea di equilibrio dei ghiacciai della nostre Alpi, si può prevedere cosa accadrà ma anche come correre ai ripari, in base ai dati pervenuti.
Parla il coordinatore della ricerca che ha lanciato l’allarme rosso per i ghiacciai italiani
"Meno neve durante l'inverno e più caldo in estate spingono la linea di equilibrio ad altitudini più elevate. Se si colloca sopra la quota più alta occupata da un ghiacciaio, questo è destinato a scomparire, in quanto non potrà più godere della sostituzione del vecchio ghiaccio con quello nuovo", ha spiegato Renato Colucci, coordinatore dello studio.
Tre scenari delineati dagli esperti, sulla base di dati concreti e non di ipotesi
I ricercatori che hanno portato a compimento questa ricerca sui ghiacciai italiani hanno fatto tre proiezioni di emissioni di gas serra e scenari di cambiamento climatico possibili in base alle scelte che saranno fatte nell'immediato futuro. Nello scenario più ottimistico la linea di equilibrio salirà di circa 100 metri, in quello intermedio di 300 metri e in quello più estremo di 700 metri.
Conclusioni sulla salute dei nostri ghiacciai, chi farà qualcosa?
Secondo gli esperti da qui al 2100 potrebbe scomparire il 69%, l'81% o il 92% dei ghiacciai alpini. Conclusione choc del coordinatore dello studio Renato Colucci: "In ogni caso, il totale disequilibrio con il clima dei ghiacciai attualmente localizzati al di sotto dei 3500 metri di quota sulle Alpi, porterà comunque alla loro quasi totale scomparsa nel giro dei prossimi 30 anni" .