30 giugno 2022, ore 12:00
Continua a non piovere, secondo l'Osservatorio Anbi Risorse Idriche la situazione più delicata riguarda Toscana, Marche e Lazio. Ma la siccità non risparmia nemmeno le altre regioni.
Continua a fare caldo, continua a non piovere. Dopo la pandemia e la guerra, ci mancava anche la peggiore siccità che l’Italia ricordi. La situazione è di grande emergenza, con buona pace di coloro che mettono in discussione i cambiamenti climatici e ne sottovalutano le conseguenze. L’Osservatorio Anbi Risorse Idriche oggi ha fatto il punto della situazione. Dopo qualche pioggia al Nord, che in realtà non ha risolto la situazione, l’epicentro dell’emergenza idrica in questi giorni sembra esserci concentrato sul centro Italia. In particolare sono tre le regioni in grande difficoltà: Toscana, Marche e Lazio. Ma la siccità non risparmia alcuna regione.
TOSCANA, MARCHE E LAZIO
Secondo l’Osservatorio ANBI Risorse Idritiche “nelle Marche ormai si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici: a soffrire maggiormente sono le zone di Ascoli Piceno e Fermo, ormai in condizione di siccità estrema per la perdurante assenza dell'80% delle piogge; i volumi d'acqua, trattenuti negli invasi, calano di 1 milione di metri cubi a settimana per riuscire a dissetare le campagne e tutti i fiumi hanno portate inferiori alle annate scorse”. In Toscana “il 90% del territorio è in una condizione di siccità estrema. Non si ferma la riduzione delle già esigue acque portate dai fiumi: il Bisenzio è quasi azzerato, l’Ombrone si è trasformato in un rigagnolo”. Nel Lazio spicca il dato sulle piogge a Roma: nei primi sei mesi del 2022 le precipitazioni sulla Capitale sono diminuite del 63% rispetto a un anno fa. Per quanto riguarda i fiumi e i laghi “l'Aniene è praticamente dimezzato rispetto alla portata media, il Tevere registra livelli più bassi anche del 'siccitosissimo' 2017, Liri e Sacco segnano il dato più basso in anni recenti, il lago di Nemi è di oltre 1 metro più basso del 2021 e Bracciano è a -32 centimetri dal livello dello scorso anno”.
IL RESTO D'ITALIA
La situazione non è migliore al Sud. In Campania tutti i fiumi sono in deficit, sono le temperature particolarmente alte di aria e mare a caratterizzare il periodo: ne sono evidente conseguenza gli oltre 11 milioni di metri cubi d'acqua, prelevati in una settimana dagli invasi della Basilicata, le cui disponibilità idriche stanno segnando un deficit di circa 37 milioni di metri cubi sull'anno scorso. Anche il Nord ha tanta sete: oggi si registra un lieve incremento di portata per il Po, grazie alle piogge cadute abbondanti in questi giorni in Valle d'Aosta. A Pontelagoscuro (Ferrara), è risalita a 200 metri cubi al secondo, quando comunque l'allarme cuneo salino scatta già a 450 mc/sec e l'ingressione marina è ormai segnalata a 30 chilometri dalla foce. "L'incremento di portata non risolve il problema del gravissimo deficit idrico nel Grande Fiume, ma scongiura, per ora, lo stop ai prelievi, che comporterebbe enormi danni all'agricoltura", spiega l'Anbi. In Lombardia il governatore Attilio Fontana ha parzialmente rassicurato i cittadini dicendo che “l'acqua per uso civile non è messa in discussione, per ora non c'è nessun problema, non abbiamo all'orizzonte problemi immediati, ma bisogna monitorare la situazione. Abbiamo bisogno di pioggia e invitiamo i cittadini a non sprecare l'acqua”. Fontana ha poi aggiunto che sul fronte agricolo c’è acqua a disposizione fino all’8/9 luglio. Poi bisogna affidarsi alla danza della pioggia.