America al voto: la sfida Trump-Harris raccontata su RTL 102.5

America al voto: la sfida Trump-Harris raccontata su RTL 102.5

America al voto: la sfida Trump-Harris raccontata su RTL 102.5


06 novembre 2024, ore 07:10 , agg. alle 08:38

Speciale Elezioni USA in diretta: la corsa alla Casa Bianca di Trump e Harris. In tempo reale sulla prima radio d’Italia: aggiornamenti, analisi e collegamenti per vivere una delle notti più importanti della politica americana

Su RTL 102.5, le elezioni americane 2024 seguite minuto per minuto con una diretta esclusiva e approfondimenti dedicati. I conduttori di Non Stop News, Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, insieme a Ivana Faccioli e Giovanni Perria, guidano gli ascoltatori attraverso una copertura continua. La prima radio d’Italia offre aggiornamenti in tempo reale e analisi sugli sviluppi decisivi che definiranno chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. Non solo, numerosi ospiti ai microfoni della prima radio d’Italia per offrire una prospettiva a 360 gradi sulle elezioni americane.

8:14 – Beppe Severgnini: “Trump ha vinto su immigrazione, inflazione e improvvisazione”

Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera, commenta la vittoria delle elezioni americane di Donald Trump e le ripercussioni su Italia e Europa. «Gli americani hanno scelto una strada, secondo me, insidiosa. Più volte Trump ha detto che non avrebbe accettato i risultati delle elezioni, e più volte ha affermato che deporterebbe 20 milioni di immigrati. Hanno scelto qualcuno che offre un’illusione di cose che probabilmente non farà, ma l’economia non è messa benissimo. Quando passerà l’adrenalina elettorale, se ne renderanno conto. Sono molto preoccupato perché Trump parla come un autocrate, poi se non lo farà, è un’altra faccenda. È stato lui a sostenere l'assalto al Congresso nel 2021 quando non ha accettato la sconfitta. Non è questione di destra o sinistra, è un fatto. Poi, se sarà il miglior presidente degli Stati Uniti, sarò felice di sbagliarmi. Parla come un leader autoritario, non come un leader democratico. Però, votare per lui significa che Harris ha profondamente deluso gli americani», afferma Severgnini. «Io penso che il governo italiano andrà d’accordo con tutti. Meloni è atlantista e non rappresentava un problema nemmeno nel caso di vittoria di Harris. Ora c’è qualche somiglianza in più dal punto di vista politico, Trump somiglia più a Salvini che a Meloni. Ma è giusto che un presidente italiano trovi il modo di andare d’accordo con un presidente americano. Sono più preoccupato per l’Europa e per quello che succederà in Ucraina, sedendosi al tavolo con Putin come se dovesse comprare un grattacielo a New York. Il voto va sempre rispettato, chi ha perso accetterà il risultato. Trump ha vinto su immigrazione, inflazione e improvvisazione, perché, a causa di Biden, non ha avuto il tempo materiale per lavorare».


7:53 – Valentina Clemente: "Harris ci credeva, sembrava che l'America fosse pronta a questo passo"

Ai microfoni di RTL 102.5, Valentina Clemente, giornalista di SkyTG24, commenta la vittoria di Trump e le elezioni del 2024. «In questi ultimi giorni, Trump ha continuato con la sua logica forte, soprattutto dal punto di vista del linguaggio. Alcuni dicevano che non ce l’avrebbe fatta, ma invece è riuscito a raccogliere il numero di grandi elettori necessari per vincere questa elezione. È partito come un "underdog", con poche scommesse su di lui, e con una situazione giudiziaria importante, quindi questo è un elemento da tenere in considerazione. Tutti i processi, anche prima dei dibattiti, facevano pensare che un candidato condannato non potesse rientrare nella logica americana. Gli stati del sud lo idealizzano come l'imprenditore che ce l’ha fatta. Lui ce l'ha fatta come imprenditore, ma ha avuto anche grandi insuccessi, però l’idea è che sfidi le logiche della politica. Non fa parte della famiglia politica, come i Bush o i Clinton; il fatto che ci fosse una persona esterna alla politica che volesse provare a gestire gli Stati Uniti come un’azienda era un elemento di novità. Gli americani hanno deciso di dare una possibilità a questa figura», afferma Clemente. «Kamala ci credeva decisamente in questa vittoria; la sua vicepresidenza non è stato particolarmente brillante. La sua carriera ha preso una nuova vigoria quando è scesa in campo. I giovani sono tornati al voto, lei ci credeva davvero, sembrava che le congiunzioni astrali fossero dalla sua parte, sembrava che l'America fosse pronta a questo passo, e invece non è andata così».


7:41 – Pierluigi Magnaschi: "Il mondo economico non vuole incertezza" 

Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi, commenta le possibili ripercussioni delle elezioni americane sull’economia europea e italiana. «Il mondo economico e finanziario teme l’incertezza. Fino a poco tempo fa, il mondo era incerto, quindi, per ora, siamo arrivati a un risultato che dovrà essere valutato, ma è comunque meglio dell'incertezza. Possiamo intuire cosa Trump potrà fare sul piano economico; ad esempio, le differenze con Harris si sono molto ridotte nelle ultime settimane: entrambi sono protezionisti, anche se Harris veniva descritta come una liberista. Oggi l'Europa esporta molto negli Stati Uniti, molto più di quanto loro esportino in Europa. Si parla di una cifra colossale che l'Europa dovrà ridurre, soprattutto per quanto riguarda l'industria automobilistica tedesca, e per riflesso anche quella italiana, che è un'importante fornitrice di componenti dell'industria tedesca. Il secondo aspetto da considerare è quello dell'agroalimentare, in cui l'industria italiana sarà coinvolta in primo piano, essendo una grande esportatrice», dichiara Magnaschi. «Un conto sono i temi della campagna elettorale, un conto è la politica concreta. Harris era contro l'industria nucleare, poi ha detto di essere favorevole. La politica concreta dovrà tenere conto di vincoli, quindi i temi sono enormi, come il futuro del dollaro, che ha accompagnato la leadership di questo governo, e la divisione del mondo con la Cina e la Russia. Trump avrà dei problemi da affrontare nei prossimi anni».


7:22 – Luigi Contu: "L’economia ha giocato un ruolo determinante in questa campagna elettorale, più dei diritti"

Il direttore dell’ANSA, Luigi Contu, commenta gli attuali risultati elettorali ai microfoni di RTL 102.5. «Mi aspettavo una vittoria di Trump, perché non mi ha convinto la campagna di Harris; non mi ha convinto come si è arrivati a questo punto, ma soprattutto sono rimasti irrisolti i problemi del partito democratico americano, che non riesce più a parlare con il suo elettorato. Se guardiamo le due candidate che hanno perso, Hillary Clinton e Kamala Harris, entrambe hanno avuto difficoltà nelle roccaforti democratiche, nei paesi industrializzati con famiglie della classe media. E queste fasce di popolazione americana si sono rivoltate, non so se con torto o ragione, verso una parte che ritengono più protettiva, che possa rispecchiare maggiormente le loro esigenze. Questo è la chiave del ragionamento di ciò che sta accadendo. La classe media si è sentita minacciata in questi anni, e Trump gli ha dato una soluzione. Non so se ciò sarà vero, ma questo è quello che è emerso. L’economia ha giocato un ruolo determinante in questa campagna elettorale, più dei diritti, su cui era più forte Harris. Poi, se togliamo le grandi metropoli, c’è anche la percezione della classe media che vede i democratici come un'élite. Un aspetto che Joe Biden aveva cercato di superare, ma questo è avvenuto perché si usciva da quattro anni di opposizione a Trump, che non erano stati così positivi. Credo che questo fattore legato all'economia, ai lavoratori e anche alla classe media, abbia pesato moltissimo».

6:50 – il commento di Agnese Pini

In diretta su RTL 102.5, Agnese Pini, direttrice del Quotidiano Nazionale e dei quotidiani del Gruppo MONRIF, condivide le ultime novità sulle elezioni. «La situazione è stata molto combattuta fino a un'ora e mezzo fa. Il New York Times assegna la vittoria a Trump al 90,5%, una vittoria che supera le aspettative. Sebbene l'umore e il clima suggerissero una gara serrata, sembrava che potesse essere più combattuta. Anche il voto popolare, finora, sembra premiare Donald Trump. I sette stati in bilico, che decideranno il presidente degli Stati Uniti, stanno virando a suo favore. Questo risultato era abbastanza inatteso, in particolare per gli stati centrali come la Pennsylvania, che sembrava potesse essere un ago della bilancia per Harris. La Pennsylvania, tradizionalmente un grande centro manifatturiero e da sempre orientata a sinistra, ora sembra destinata a essere conquistata da Trump. Questo evidenzia anche il forte impatto che il mondo dell’economia e del benessere ha avuto, favorendo la sua candidatura», spiega Agnese Pini. «È un paradosso che gli americani abbiano votato Trump perché non si sentono sicuri economicamente, dato che la Biden economy è quella che, più di qualsiasi altra, ha saputo superare la crisi del COVID e riportare l'America a una ricchezza nazionale. Tuttavia, Biden non è riuscito a intercettare i nuovi desideri degli americani, che sono quelli di non perdere uno status che invece è stato eroso. Sebbene l'economia sia cresciuta, l'inflazione ha continuato a causare numerosi problemi economici. Questo ha impoverito la percezione degli americani riguardo al loro status, rappresentando un tema imprescindibile. In questo contesto, Biden non è riuscito a interpretare correttamente queste dinamiche. Non ha saputo rispondere ai bisogni e alle richieste del suo popolo».

Per seguire tutti gli aggiornamenti sulle elezioni americane su RTL 102.5: in radiovisione al canale 36 del digitale terrestre, sulla piattaforma RTL 102.5 Play e su tutti i canali social. 


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