Anche i cafoni vanno in vacanza: le tracce del turismo (in)sostenibile
14 agosto 2024, ore 12:25 , agg. alle 16:18
Il turismo maleducato, strategie e rimedi per tutelare l’ambiente e, allo stesso tempo, non limitare un settore fonte di entrate molto importanti per l’economia italiana.
I modi di essere maleducati in vacanza sono davvero tanti, e ci vuole fantasia per scoprirne tutte le possibili declinazioni. Come non ricordare i tristemente famosi “fregi“ sul Colosseo, ad opera di ignari adolescenti, che volevano regalare i propri nomi all’eternità, scrivendoli sul monumento più iconico della Capitale. Ma non solo, altre vittime eccellenti furono fatte da writer più o meno inconsapevoli. Non furono risparmiate la galleria Vittorio Emanuele II a Milano, il corridoio Vasariano a Firenze, il Ponte di Rialto a Venezia, e chi più ne ha…
L’OVERTOURISM
Un fenomeno in espansione quello dell’overtourism, come lo chiamano gli esperti, ovvero il sovraffollamento incontrollato di turisti, che da una parte è accolto con soddisfazione perché è un settore molto redditizio, soprattutto per l’asfittica economia italiana, dall’altra genera danni a cui è difficile rimediare dopo l’uscita di scena di quello che sembra essere un animale mitologico che non ha pietà per ciò che incontra sul suo cammino.
I VANTAGGI
I soldi che generano i “cafoni“ di passaggio che popolano le nostre città, montagne, spiagge del Belpaese sono davvero tanti. Proprio oggi su molti giornali si trovava la notizia degli ultimi dati di Bankitalia che indicavano il settore turistico in netto sviluppo con un + 14% rispetto all’anno scorso, e con una quantità di stranieri che finora hanno speso circa 5 miliardi per le loro vacanze in Italia. Un dato davvero straordinario, se non si dovesse poi subirne le conseguenze.
I RIMEDI
Molti Comuni stanno cercando di attrezzarsi per difendersi, o limitare le conseguenze delle orde di Unni che calano soprattutto dall’America e dall’Asia. Venezia ha imposto un ticket di cinque euro ai visitatori giornalieri, ma siamo in Italia e come suol dirsi fatta la legge trovato l’inganno, e tutti sono diventati residenti stabilmente nella città lagunare anche se non parlano propriamente veneziano e, magari, neanche italiano. Nelle regioni a vocazione più marittima, i sindaci delle località più affollate stanno pensando a una tassa di ingresso per le spiagge più frequentate. In montagna si sta facendo avanti l’idea di un pedaggio sui Passi Dolomitici. Insomma, ci si muove in ordine sparso per trovare delle soluzioni che non inibiscano, però, questa fonte così importante di entrate.
I DANNI
I danni di cui oggi si parla di più sono le immondizie lasciate in eredità a chi viene dopo di loro dai cosiddetti turisti mordi e fuggi: si tratta di animaletti mitologici di piccola misura che fanno vacanze brevi, ma molto impattanti sull’ambiente. I campeggiatori che spesso montano le proprie tende in zone proibite, i più giovani ai quali è sfuggito che è severamente vietato accendere qualsiasi tipo di fuoco sulle spiagge, i più distratti che lasciano cicche di sigarette, residui di cibo, contenitori in plastica proprio lì dove avevano sistemato i loro teli per una giornata al mare. Per non parlare di coloro che sono un incrocio tra fauno e minotauro e si divertono a cercare una porzione di natura che accolga il sonno dei giusti magari occupando tratti di costa protetti, adibiti a parco, e lasciando le proprie impronte devastanti in un fragile ecosistema.
LA SENTENZA
L’equilibrio tra situazioni opposte come quelle in campo nel settore turistico è una chimera? Non disincentivare, ma regolamentare, gestire e organizzare una quantità così importante di persone che vogliono comprensibilmente godere della propria pausa di riposo dopo magari un anno lavorativo è una mission impossibile? Oggi in tanti si ingegnano su soluzioni fantasiose per ottenere il massimo risultato senza compromettere il turismo. Ma ai posteri sarà affidata l’ardua sentenza.