Annalisa, Se avessi un cuore è contro i pregiudizi
18 maggio 2016, ore 17:29
La cantautrice ha presentato in anteprima i brani inediti del suo album in concerto e ci ha raccontato come è nato il nuovo lavoro
Si intitola "Se avessi un cuore" il nuovo album di Annalisa che la vede anche autrice nella firma dei dodici brani inediti che la proiettano verso nuove sonorità electro-pop. Annalisa ha fatto un percorso che l'ha portata a quella che è oggi, libera di esprimersi e più "leggera". Lo ha anche dimostrato nel primo dei due eventi a Milano al Barclays Teatro Nazionale (domani sarà a Roma alla Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica, RTL 102.5 è media partner) con una scaletta sorprendente non solo perché ha presentato i brani inediti del disco ma anche perché ha dimostrato di essere davvero protagonista della sua nuova musica, regalando due ore di live (anche i pezzi più vecchi erano riarrangiati) che hanno confermato la maturità artistica. "Se avessi un cuore parla di tante cose, - ci ha spiegato Annalisa - di tolleranza, di leggerezza, dell'importanza di lasciarsi stupire e dell'amore".
"Se avessi un cuore" nasce da quali riflessioni?
Dal non pregiudizio, dalla tolleranza. E' un titolo sulla scelta della condivisione e sensibilizza molto anche sul tema anche della diversità. Indubbiamente mi rendo conto che queste tematiche siano di stretta attualità, basti pensare alle Unioni Civili.
Si parla anche molto di leggerezza in questo album, è un punto di arrivo?
E' frutto di un percorso graduale di questi sei anni. Sono uscita con diversi dischi anche a distanza ravvicinata l'uno dall'altro. Per questo disco sapevo esattamente dove volevo andare sia per scrittura che per sonorità e non è un caso che abbia dato molto spazio alla produzione. Ci sono quattro produttori che mi hanno accompagnata Fabrizio Ferraguzzo, Luca Chiaravalli, Diego Calvetti e l'emergente MACE. Ognuno di loro ha dato un contributo fondamentale per l'idea stessa che avevo dei brani.
E come nasce la collaborazione con Dua Lipa sia in "Used to you" che nella versione italiana “Potrei abituarmi"?
Ci siamo incontrate per caso e abbiamo scoperto di avere delle affinità così mi sono detta perché non collaborare o fare qualcosa assieme. Lei mi ha donato questa canzone che mi è piaciuta subito sia come testi che come suoni. Ho cercato nella versione italiana di rispettare il più possibile il senso che ruota attorno al concetto di sentirsi sicuri nel momento in cui nessuno deve chiederti di essere diverso da quello che sei.
Hai condotto un programma "Tutta colpa di Einstein - Quelli del Cern", pensi di tornare a fare tv?
Qualunque cosa farò sarà sempre perché mi sento a mio agio.
Dal non pregiudizio, dalla tolleranza. E' un titolo sulla scelta della condivisione e sensibilizza molto anche sul tema anche della diversità. Indubbiamente mi rendo conto che queste tematiche siano di stretta attualità, basti pensare alle Unioni Civili.
Si parla anche molto di leggerezza in questo album, è un punto di arrivo?
E' frutto di un percorso graduale di questi sei anni. Sono uscita con diversi dischi anche a distanza ravvicinata l'uno dall'altro. Per questo disco sapevo esattamente dove volevo andare sia per scrittura che per sonorità e non è un caso che abbia dato molto spazio alla produzione. Ci sono quattro produttori che mi hanno accompagnata Fabrizio Ferraguzzo, Luca Chiaravalli, Diego Calvetti e l'emergente MACE. Ognuno di loro ha dato un contributo fondamentale per l'idea stessa che avevo dei brani.
E come nasce la collaborazione con Dua Lipa sia in "Used to you" che nella versione italiana “Potrei abituarmi"?
Ci siamo incontrate per caso e abbiamo scoperto di avere delle affinità così mi sono detta perché non collaborare o fare qualcosa assieme. Lei mi ha donato questa canzone che mi è piaciuta subito sia come testi che come suoni. Ho cercato nella versione italiana di rispettare il più possibile il senso che ruota attorno al concetto di sentirsi sicuri nel momento in cui nessuno deve chiederti di essere diverso da quello che sei.
Hai condotto un programma "Tutta colpa di Einstein - Quelli del Cern", pensi di tornare a fare tv?
Qualunque cosa farò sarà sempre perché mi sento a mio agio.