Annie Ernaux vince il Premio Nobel per la Letteratura 2022. Ernaux, fiera del Nobel, andrò a Stoccolma
06 ottobre 2022, ore 18:00
L’Accademia di Svezia premia l’autrice francese Annie Ernaux, 82 anni, sorprendendo i lettori con la scelta di un nome noto ai più. Vince la memoria personale, personale e collettiva
CHI E’ IL NOBEL PER LA LETTERATURA 2022
Avevamo quasi perso la speranza di poterci orientare nei meandri delle scelte dell’Accademia di Svezia, che negli ultimi anni aveva fatto sorridere il pubblico premiando con il Nobel per la letteratura nomi pressoché sconosciuti (pensiamo al romanziere Abdulrazak Gurnah, vincitore nel 2021, e ancora prima alla poetessa Louire Glück, nel 2020). Annie Ernaux, classe 1940, è un’altra storia: sebbene ci abbiano messo un po’ i suoi romanzi hanno raggiunto il successo di pubblico e di critica molto prima del Nobel. L’autrice francese è considerata infatti, anche qui in Italia, una delle personalità di spicco del panorama culturale europeo. Qual è dunque la sua eccezionalità?
I ROMANZI DI ANNIE ERNAUX
Nei suoi romanzi, che difficilmente possono rimanere costretti sotto questa dicitura, Ernaux è riuscita in qualcosa di strabiliante: trasformare la vita in politica, intendendo quest’ultimo termine nel suo significato letterale, ovvero attinente alla polis, alla città. Traslitterato negli anni ’20 del 2000, questo significa universalizzare la propria esperienza personale: Annie Ernaux parte dal suo vissuto per raccontare il sesso, l’aborto, la demenza, il corpo come esperienze tanto individuali quanto collettive, non perdendo mai di vista il racconto della Storia. I suoi romanzi, che crescono da semi autobiografici, sono un impasto di fiction e memoir che ha stravolto i confini della letteratura – un po’ come fece Joan Didion – procedendo nel suo lavoro di commistione attraverso uno stile tagliente e asciutto, volutamente scevro di artifici retorici e descrizioni altisonanti. Quel che ne viene fuori è la scrittura dell’Io, personale, come scrittura di accusa, di testimonianza e di memoria della collettività. Non a caso, l’Accademia di Svezia ha motivato in questo modo il premio: "per il coraggio e l'acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”. I suoi romanzi sono pubblicati in Italia dalla casa editrice L’Orma. Tra gli imperdibili è necessario segnalare L’evento, Gli anni, Memoria di ragazza, Una donna.
IL COMMENTO DI ANNIE ERNAUX DOPO LA VITTORIA
Si è dichiarata fiera della vittoria, Annie Ernaux, che si recherà a Stoccolma per ritirare il suo Premio Nobel. “Sono molto felice. Il discorso sarà occasione per esprimermi”. Queste le parole dell’autrice in risposta alle domande incalzanti dei cronisti raccolti attorno alla sua casa di Cergy-Pontoise, ad ovest di Parigi. Si dice felice, ma non sconvolta (giustamente). Annie Ernaux è la prima donna francese a ottenere il Nobel per la letteratura. Questo, in effetti, non ci deve sconvolgere: i suoi libri parlano per lei. Grande attesa, a questo punto, per il discorso al momento del ritiro del premio, da lei stessa citato.
GLI ALTRI PAPABILI VINCITORI
Sebbene il nome di Ernaux circolasse come papabile vincitrice nelle ultimissime ore prima del verdetto definitivo, altri erano gli autori favoriti, anche questi estremamente noti al pubblico: il francese Michel Houellebecq (del quale è appena stato pubblicato in Italia Interventi, una raccolta di riflessioni di stampo politico, culturale e sociale) e Salman Rushdie in pole position. Rushdie, lo ricordiamo, è attualmente convalescente dopo l’aggressione subita nello stato di New York lo scorso 12 agosto. La sua vittoria, probabilmente, avrebbe rappresentato per molti una modalità di ribadire con forza il diritto alla libertà di parola degli intellettuali. Su Rushdie, infatti, grava da anni la fatwa dell’ayatollah Khomeini, lanciata in seguito alla pubblicazione del romanzo I versi satanici. D’altra parte, è indubbio che la stessa vittoria di Ernaux abbia in sé un forte significato politico e sociale, a dimostrazione del fatto che la letteratura è, soprattutto oggi, difficilmente rinchiusa nella sua torre d’avorio. Altri nomi nella rosa erano quelli dell’italiana Elena Ferrante, di Margaret Atwood (autrice di Il racconto dell’ancella), e dello statunitense Don DeLillo. Fuori dalla lista, purtroppo, due narratori recentemente scomparsi: Hilary Mantel e Javier Marias.