Antonino Monteleone: "L'Altra Italia tonfo memorabile, ma chiudere il mio programma è stato sbagliato"
30 dicembre 2024, ore 17:00 , agg. alle 17:14
Parla il giornalista ex Iene dopo il flop di ascolti: "Io vicino a Fdi? Nella mia vita non ho mai avuto tessere di partito"
"Sono il conduttore di un programma di approfondimento giornalistico che ha registrato l’ascolto più basso di sempre. Un memorabile tonfo. Senza scusanti. Colpa mia, colpa nostra? Certamente no".
Così Antonino Monteleone commenta il flop di L'Altra Italia, il programma che ha condotto nelle scorse settimane su Rai2 e che è stato chiuso dopo sole cinque puntate, a causa dei bassi ascolti.
L'ex inviato de Le Iene ricostruisce quanto accaduto: "Abbiamo cominciato con l’1,8% di share. Abbiamo chiuso all’1,4%. In mezzo il tonfo della terza puntata (0,99% con correzione statistica all’1%) e poi 1,6% della seconda e 1,2% della quarta".
Il giornalista continua nella sua newsletter: "Il livello di violenza a cui è stato sottoposto l’intero gruppo di lavoro - il mio volto è stato il naturale parafulmine - ha superato la soglia di decenza già dopo la prima puntata.
Abbiamo fatto un programma che in sole quattro puntate (inutile soffermarsi sul clima nel quale è stata realizzata l’ultima, mandata in onda solo per salutare il pubblico e mandare in onda gli ultimi servizi) non ha offerto nessuna novità esorbitante. Ma il programma non aveva niente, niente!, in meno dei suoi competitor. A parte il pubblico! Sento che lo avete sghignazzato. Ed è vero. Infatti abbiamo chiuso.
Ma io sono stato trattato alla stregua di un criminale che ha dirottato un volo di linea!"
I costi del programma Rai di Monteleone
Monteleone smentisce le indiscrezioni di stampa secondo le quali la trasmissione avrebbe avuto un costo di 200mila euro a puntata: "È costato meno della metà e lo posso dimostrare documenti alla mano. Chi ha scritto quelle cifre che documenti ha consultato? Ve lo dico io: nessuno. La Rai avrebbe dovuto smentire ufficialmente. Non l’ha fatto. Ma avrebbe dovuto".
Il conduttore spiega di non essere stato d'accordo con la chiusura del titolo: "Il pubblico, col tempo, avrebbe apprezzato anche gli sforzi messi dentro L’Altra Italia. Per cui, a differenza di chi ha deciso contrariamente, penso che sia stato uno sbaglio chiudere la trasmissione. Il mare calmo non fa marinai. Comunque sia è andata".
Monteleone: "Io in Rai per la vicinanza a Fratelli d'Italia? Ecco la verità"
La precisazione rispetto alla partecipazione alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia», a Pescara a fine aprile: "Ciò avrebbe una connessione con il mio arrivo in Rai. È falso. Devo anche aggiungere che non ero l’unico giornalista presente. Ma soprattutto che sono intervenuto in un panel dove si parlava di criminalità organizzata (tema sul quale nessuno tra quanti hanno sbraitato maliziosamente ha un solo briciolo di competenza). Ero chiamato a intervenire dopo il Ministro della Giustizia, la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e tra un magistrato italiano di Eurojust e uno distaccato alla Corte Penale Internazionale. Ma questo non è stato riportato".
Monteleone, che sottolinea che "nella mia vita non ho mai avuto tessere di partito", racconta un retroscena risalente a due settimane prima della messa in onda del programma: "Vengo convocato a una riunione dove mi viene spiegato quanto sarebbe stato difficile andare in onda il giovedì e che le prospettive sarebbero state di gran lunga migliori al mercoledì. Per cui dico bene: andiamo in onda il mercoledì. Non ci crederete, e ho fatto fatica pure io, ma dopo questa riunione in cui ho ascoltato tutte le buone ragioni per andare in onda il mercoledì, ci hanno mandato in onda il giovedì".
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