Antonio Tajani a RTL 102.5: “Noi abbiamo un’idea diversa dalla Lega, siamo punto di riferimento per gli elettori tra Meloni e Schlein”

Antonio Tajani a RTL 102.5: “Noi abbiamo un’idea diversa dalla Lega, siamo punto di riferimento per gli elettori tra Meloni e Schlein”

Antonio Tajani a RTL 102.5: “Noi abbiamo un’idea diversa dalla Lega, siamo punto di riferimento per gli elettori tra Meloni e Schlein”


03 giugno 2024, ore 10:03

Commissario Ue italiano? “Giorgetti e Fitto validi”

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è intervenuto nel corso di Non Stop News, su RTL 102.5, con Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro per un punto sulle ultime notizie di politica e attualità.

FESTA DELLA REPUBBLICA

«Sulle parole della Lega sul 2 giugno, dico che noi siamo italiani ed europei; questa è la nostra identità e la nostra storia. Il primo europeista è stato Dante Alighieri, d'altronde l'Europa è nata sulle radici del cristianesimo e della cultura romana. Il diritto europeo è figlio del diritto romano, quindi è inutile dire che non siamo europei. Lo siamo, questa è una questione di identità culturale e storica. Ma questo non significa escludere la nostra identità di italiani; la penso come Mattarella. Noi abbiamo un'idea diversa rispetto alla Lega. Siamo europeisti, siamo nella famiglia del Partito Popolare Europeo, che è il partito che ha dato vita all'Europa. Siamo culturalmente diversi dalla Lega, siamo alleati in Italia, ma siamo diversi quando si parla d'Europa».

IL PESO DELL’ITALIA IN EUROPA

«Innanzitutto, bisogna conoscere l'Europa: le istituzioni europee non funzionano come quelle italiane. È ovvio che ci sono delle forze politiche, ma non sono i partiti italiani che decidono. Noi siamo 76 deputati su 705, quindi siamo poco più di un decimo. Chi decide sono i grandi partiti europei. Il primo partito è il Partito Popolare Europeo, del quale fa parte Forza Italia, ed è il partito determinante per qualsiasi maggioranza. Io ho creato un'alternativa alla sinistra nel 2017, quando sono stato eletto presidente del Parlamento Europeo. Ho creato una maggioranza con popolari, liberali e conservatori, sconfiggendo la sinistra. Tuttavia, dipende da come voteranno gli italiani. Mi auguro che possa esserci una maggioranza alternativa alla sinistra, ma poi un governo europeo bisogna farlo. Il resto sono slogan elettorali per prendere qualche voto, ma bisogna sempre dire la verità agli elettori. Anzi, posso dire che il voto più utile per far contare l'Italia in Europa è quello dato a Forza Italia, l'unica forza nel Partito Popolare Europeo, che è quello che deciderà sempre quale maggioranza fare».

L’UTILIZZO DELLE ARMI NATO IN RUSSIA

«Stiamo lavorando per difendere l’indipendenza dell’Ucraina e puntiamo sulla pace tramite la diplomazia. Noi aiutiamo finanziariamente e forniamo strumenti militari all’Ucraina. Per quanto riguarda la ricostruzione, sarò a Berlino per la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, e l’Italia avrà la guida di questa conferenza nel 2025. Ritengo che non si debba mandare nessun soldato italiano perché non siamo in guerra con la Russia. Abbiamo inviato e invieremo armi all’Ucraina perché devono difendersi, ma non armi da usare in territorio russo. Difendiamo il diritto dell’Ucraina ad essere libera e indipendente. Questo è quello che l’Italia fa, anche in riferimento all’articolo 11 della nostra Costituzione, che dice che l’Italia non considera la guerra come strumento per risolvere i conflitti».

POSSIBILE ALLINEAMENTO CON GLI STATI UNITI

«Gli Stati Uniti hanno autorizzato l’uso di armi americane fuori dal territorio ucraino solo per colpire una base russa da cui partono gli attacchi. Non hanno detto di usare le armi americane contro la Russia. Quindi, anche gli americani sono molto prudenti. Non bisogna lavorare per un’escalation, ma per una de-escalation. Restiamo fermi nella convinzione di difendere il diritto e l’indipendenza dell’Ucraina e costringere Putin a sedersi al tavolo della pace. Non siamo in guerra con la Russia. Ricordo che ci sono 200 aziende italiane che lavorano in Russia nel rispetto delle sanzioni imposte. Abbiamo anche i nostri interessi da tutelare, pur difendendo i valori di libertà e democrazia. Lavoriamo per delle soluzioni diplomatiche».

LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE

«L’Italia è pronta a riconoscere lo Stato Palestinese perché crediamo nell’obiettivo dei due popoli e dei due stati. Tuttavia, lo Stato Palestinese dovrà riconoscere Israele e Israele dovrà riconoscere lo Stato Palestinese. Certamente non riconosciamo uno Stato guidato da un’organizzazione terroristica. Noi siamo per sostenere il ruolo dell’Autorità Nazionale Palestinese, e non è un caso che il Presidente del Consiglio abbia inaugurato il suo viaggio in Europa venendo in Italia come primo luogo di visita. Noi lavoriamo per la pace e siamo disposti a partecipare con i nostri militari per formare un nuovo Stato Palestinese. Proponiamo quindi una missione delle Nazioni Unite a guida araba, con anche una presenza militare italiana, per dar vita a uno Stato che possa poi riconoscere Israele e che sia riconosciuto da Israele».

LE ELEZIONI EUROPEE

«Non è il rapporto con gli alleati, ma quello con gli elettori che ci interessa. Vogliamo essere un punto di riferimento per coloro che si trovano tra Meloni e Schlein. Vogliamo essere una forza seria, credibile e affidabile per molti elettori che non sono andati a votare, puntando sulla nostra serietà. Vogliamo essere una forza politica rassicurante. Temo l’astensionismo e lavoriamo perché ciò non accada. È sbagliato non andare a votare, ma è anche vero che la politica ha commesso degli errori. Dobbiamo offrire agli elettori il piacere di partecipare nuovamente alle elezioni. Giorgetti? Mi sembra prematuro parlare di chi sarà il futuro commissario europeo italiano; intanto, andiamo a votare. Dobbiamo fare in modo che ci siano equilibrio e stabilità, poi il governo deciderà. Penso che Giorgetti e Fitto siano persone con grandi qualità che possono rappresentare l’Italia all’interno della Commissione Europea, ma per ora non ne abbiamo mai parlato».

IL NOME DI BERLUSCONI NEL SIMBOLO

«Ci sono stati attacchi di basso livello, ma noi rivendichiamo la nostra identità. Berlusconi è il fondatore di Forza Italia e non vedo motivo per vergognarci di ciò. Non abbiamo detto di votare Berlusconi; è stato semplicemente distribuito un manuale per i rappresentanti di lista di Forza Italia, dove è scritto che qualora un cittadino scrivesse "Berlusconi" sulla scheda, il voto sarebbe valido e la preferenza annullata. Molte cose sono state scritte, siamo forti e ci attaccano. Difendiamo i valori di Berlusconi, ma non siamo un partito nostalgico».


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