19 ottobre 2022, ore 12:55 , agg. alle 13:24
Il cantante è stato bloccato nel quartiere Quarto Oggiaro di Milano in esecuzione di un ordine di carcerazione. Nei giorni scorsi la Cassazione aveva reso definitiva la condanna a suo carico. Nei testi delle sue canzoni i riferimenti alla malavita, al traffico di droga e all'odio per le Forze dell'ordine
“Nella testa un déjà-vu. Ricordo faceva freddo, freddo, eppure non era inverno. Ho detto, "Dentro, giuro, non ci torno più". E’ il testo di una delle canzoni più note di Vincenzo Pandetta, in arte Niko Pandetta, il rapper è stato arrestato oggi in esecuzione di un ordine di carcerazione per spaccio ed evasione. La Cassazione alcuni giorni fa ha reso definitiva una sentenza di condanna a 4 anni di carcere. Il cantante, 31 anni, nipote del boss della mafia catanese Turi Cappello, è stato rintracciato in zona Quarto Oggiaro dagli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Milano. A rendere possibile la sua cattura un post sui social in cui Pandetta si era taggato proprio nel capoluogo lombardo
"Sono cambiato ma pagherò il mio passato"
Nei giorni scorsi era stato lo stesso Niko, sui social, dare notizia della condanna definitiva, prima di far perdere le sue tracce. Su Instagram aveva manifestato i suoi timori per l’arrivo del verdetto: “Sono abituato agli spazi stretti, alle case piccole, alle celle, alla scena italiana. Quando tornerò là mi porterò il vostro affetto. Da dentro vi darò nuova musica. Uscirò mi vedrete più forte di prima". E ancora :"Sono cambiato ma pagherò il mio passato finché ci sarà da pagarlo. Non fuggo più ne' dalla polizia ne' dalle mie responsabilità”. Buoni propositi superati dalla decisione di lasciare la sua Sicilia e fuggire a Milano
"Maresciallo non mi prendi"
Niko Pandetta è noto tra i giovanissimi per diverse canzoni in cui parla chiaramente malavita, traffico di droga e dell’odio per la Polizia. Tra i titoli più famosi “Pistola nella Fendi”, il cui video su You Tube è stato visualizzato da oltre 37 milioni di persone, e che recita “Maresciallo non ci prendi, in un’ora sei stipendi”. Evidentemente parole di sfida alle forze dell’ordine, superate dall’arresto di questa mattina, ma vere: a bloccarlo a Quarto Oggiaro non sono stati i carabinieri ma gli agenti della Questura di Milano.