20 dicembre 2024, ore 11:00
L’associazione a delinquere aveva portato a termine furti in varie regioni confezionando ordigni artigianali
Nel giro di 3 mesi avrebbero compiuto almeno 17 assalti con esplosivi a sportelli automatici di banche e poste, spostandosi in varie regioni, tra la Puglia e il Piemonte. I carabinieri di Foggia hanno sgominato una banda dedita a furti con ordigni artigianali, usati per danneggiare i bancomat e prelevare illegalmente cifre considerevoli di denaro. Otto le persone arrestate con l'accusa di far parte dell’associazione a delinquere.
La banda
Le indagini sono cominciate a dicembre del 2023 e, al momento, avrebbero accertato la responsabilità degli indagati per 17 assalti su un totale di 80 compiuti ai danni di banche e uffici postali tra luglio e settembre 2024. All’interno della banda erano state arruolate figure con specifiche professionalità e competenze, capaci di operare in modo chirurgico sugli ordigni e sugli sportelli automatici, conoscendo bene il funzionamento dei bancomat. Altrettanto minuziosa l’attività di pianificazione, con l’assegnazione ben definita di ruoli e compiti che ciascun membro avrebbe dovuto assolvere nel corso degli assalti: autisti, vedette, staffettisti, esecutori con compiti operativi e logistici.
La banda, che aveva sede principale in provincia di Foggia, era riuscita a portare a termine furti in Puglia (anche in provincia di Bari), Piemonte (provincia di Torino), Campania (provincia di Avellino), Lombardia (province di Pavia e Milano) e Basilicata (provincia di Potenza), per un bottino totale di 290mila euro. Attualmente gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata ai furti aggravati dall’utilizzo di materiale esplosivo, violazione della legge sulle armi, ricettazione e riciclaggio.
Il modus operandi
Proprio grazie a competenze specifiche e a una pianificazione molto accurata, la banda era riuscita a mettere a punto un metodo efficace per portare a termine i colpi. Fondamentali per gli assalti, gli ordigni artigianali che venivano realizzati direttamente dai membri dell’associazione: vere e proprie armi da guerra – le cosiddette “marmotte” – impiegate per danneggiare gli sportelli e ottenere il denaro. Per gli spostamenti venivano utilizzate auto di grossa cilindrata rubate o con targhe clonate. Una volta arrivati davanti al bancomat, si utilizzavano carte di credito prepagate (fornite da uno dei membri e intestate a stranieri) per far aprire le bocchette e introdurre l’esplosivo già innescato.
Nemmeno i dispositivi antifurto degli sportelli Atm, capaci di macchiare le banconote al momento del prelievo coatto per renderle inutilizzabili, riuscivano a bloccare la banda. Il gruppo, infatti, si era organizzato con prodotti in grado di ripulire i soldi e consentirne il riciclo. I proventi dei colpi venivano distribuiti in modo preciso, con un tariffario per i partecipanti e il pagamento assicurato in caso di buon esito del colpo.
In fase di perquisizione sono stati sequestrati vari documenti d’identità, carte di credito prepagate, banconote (macchiate e da smacchiare), 31 cartucce calibro 12 e 7,65, 3 auto, 3 targhe, 261 petardi, 2,20 metri di miccia per marmotte e quattro orologi preziosi.