20 febbraio 2024, ore 17:30
Il giornalista australiano, fondatore di WikiLeaks, il sito di denuncia che ha rivelato diversi segreti governativi, potrebbe essere estradato dal Regno Unito negli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio, in ballo una condanna a 175 anni di carcere
Assange non si è presentato in aula a Londra per motivi di salute. Presente invece la moglie, Stella, che ha ringraziato la folla di manifestanti che da questa mattina stanno chiedendo la libertà per il giornalista australiano. L'udienza durerà due giorni, e il verdetto potrebbe arrivare nella giornata di domani. Il fondatore di Wikileaks potrebbe essere estradato dal Regno Unito negli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio, e rischia una condanna a 175 anni di carcere. E intanto i partiti italiani sono o sulla linea del silenzio o sulla linea americana del processo giusto, poche le eccezioni, specie fra le fila del PD, del M5S, dell'alleanza Verdi e SI, ed ex grillini come Alessandro Di Battista.
Paladino o traditore?
Julian Assange difatti è per alcuni un impavido sostenitore della libertà di stampa, invece per altri un traditore senza scrupoli che per diffondere informazioni riservate non si è fatto scrupolo di mettere a rischio le fonti. Fondatore di WikiLeaks, il sito di denuncia che ha rivelato segreti governativi in tutto il mondo, in particolare file militari e diplomatici statunitensi relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan, ha trascorso più di dieci anni in custodia o rinchiuso nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, cercando di evitare l'estradizione, prima in Svezia per rispondere alle accuse di stupro, e poi negli Stati Uniti. Nato a Townsville, nel Queensland australiano, nel 1971, Assange ha avuto un'infanzia turbolenta e afferma di aver frequentato 37 scuole prima di stabilirsi a Melbourne. Da adolescente, ha scoperto un talento per l'hacking, che lo ha presto portato all'attenzione della polizia australiana. Ha lanciato WikiLeaks nel 2006 con un gruppo di attivisti e hacker con i quali diceva di voler creare "un nuovo standard per la libertà di stampa".
La saga legale
La saga legale che lo vede protagonista è iniziata nel 2010 subito dopo la pubblicazione di rivelazioni tratte da documenti riservati sulle campagne militari statunitensi in Iraq e Afghanistan. Sono poi seguite accuse di stupro in Svezia, che ha costantemente negato. Era in Gran Bretagna quando la Svezia ne chiese l'estradizione, ma riuscì a evitarla quando l'Ecuador gli concesse asilo politico e gli permise di vivere nell'ambasciata di Londra. Per sette anni a partire dal 2012, Assange ha vissuto in un piccolo appartamento dell'ambasciata, esercitandosi su un tapis roulant e utilizzando una lampada solare per compensare la mancanza di luce naturale in una situazione che lui stesso paragonava alla vita in una stazione spaziale. La sua lunga permanenza nella missione diplomatica, tuttavia, è terminata nell'aprile 2019 dopo che il nuovo governo di Quito lo ha consegnato alla polizia britannica che lo ha arrestato e incarcerato.
L’indagine
I pubblici ministeri svedesi hanno archiviato l'indagine per stupro sostenendo che, nonostante un resoconto "credibile" della presunta vittima, non c'erano prove sufficienti per procedere. Ma come Assange aveva temuto, è stato poi rivelato che Washington stava aprendo una procedura per violazione dell'Espionage Act per le fughe di notizie del 2010. I suoi sostenitori, tra cui l'artista dissidente cinese Ai Weiwei e la defunta stilista Vivienne Westwood, hanno affermato che le accuse erano politicamente motivate. Nils Melzer, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, ha condannato le condizioni della prigione Belmarsh di Londra, dove è detenuto Assange, affermando che "le sofferenze sempre più gravi che gli vengono inflitte" equivalgono alla tortura. Tra i documenti diffusi da WikiLeaks c'è il video di un elicottero Apache americano che spara e uccide due giornalisti e diversi civili iracheni in una strada di Baghdad nel 2007. Ma molti sono rimasti inorriditi quando il sito ha messo online documenti in cui i nomi degli informatori non erano oscurati. Gli avvocati statunitensi hanno ammesso che, sebbene fossero "a conoscenza" del fatto che alcune fonti fossero "scomparse" dopo che WikiLeaks aveva pubblicato i loro nomi, "non si può provare che la loro sparizione sia stata il risultato dell'essere stati denunciati da WikiLeaks".
Il procuratore speciale
L'indagine del procuratore speciale Robert Mueller sull'interferenza nelle elezioni presidenziali americane del 2016 vinte da Donald Trump ha permesso di scoprire che i russi "sembravano" aver violato la campagna della democratica Hillary Clinton, e poi "diffuso pubblicamente quei materiali attraverso vari intermediari, incluso WikiLeaks". Ma l'avvocato di Assange ha affermato in un'udienza in tribunale che Trump aveva promesso la grazia se il suo cliente avesse testimoniato che la Russia non aveva fornito le e-mail che avevano danneggiato Clinton. Trump ha respinto con rabbia le accuse di collusione tra la sua campagna e il Cremlino, affermazioni ritenute infondate dall'indagine Mueller.