07 ottobre 2021, ore 13:49 , agg. alle 14:09
L'Accademia svedese ha scelto il romanziere, che vive nel Regno unito, per le sue analsi sulla vita dei rifugiati e sul colonialismo
A sorpresa il Premio Nobel 2021 per la Letteratura è andato a Abdulrazak Gurnah, lo scrittore nato nel 1948 in Tanzania, e residente in Gran Bretagna, che non figurava tra i favoriti. Il più famoso dei suoi libri è Paradise del 1994. L’ambito riconoscimento è stato conferito al romanziere per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino dei rifugiati tra culture e continenti. Temi al centro della vita di Gurnah, cresciuto nell'isola di Zanzibar e arrivato in Inghilterra come rifugiato alla fine degli anni '60. I suoi romanzi, ha sottolineato l’accademia svedese nelle motivazioni, rifiutano le descrizioni stereotipate e aprono il nostro sguardo su un'Africa orientale culturalmente diversificata, sconosciuta a molti che vivono in altre parti del mondo. Gurnah ha iniziato a scrivere a 21 anni in esilio, in inglese, anche se lo swahili era la sua prima lingua, e l'inglese poi è diventata la sua sola lingua letteraria. Il suo debutto risale al 1987 con Memory of Departure. La poesia araba e la poesia persiana sono state per Gurnah una fonte significativa di isperazione, così come le sure del Corano.
Conosciamo il vincitore del Nobel per la Letteratura
Il narratore di lingua inglese si è affermato con il romanzo "Paradise" (1994), con il quale è stato in finale al Booker Prize e al Whitbread Prize. "Desertion" (2005) e "By the Sea" (2001) sono stati selezionati per il Booker Prize e il Los Angeles Times Book Award. Nato sull'isola di Zanzibar, al largo della costa dell'Africa orientale, Gurnah andò in Gran Bretagna come studente nel 1968. Dal 1980 al 1982 ha insegnato alla Bayero University Kano in Nigeria. Si è poi trasferito all'Università del Kent, dove ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1982 e quindi è stato nominato professore e direttore del dipartimento di inglese. Come studioso si è dedicato a ricerche sulla narrativa postcoloniale e alle questioni associate al colonialismo, specialmente per quanto riguarda l'Africa, i Caraibi e l'India. Ha curato due volumi di "Essays on African Writing" e ha pubblicato articoli su diversi scrittori postcoloniali contemporanei, tra cui V. S. Naipaul, Salman Rushdie e Zoë Wicomb.