Il primo processo penale ad un ex presidente degli Stati Uniti vede la sua conclusione. Dopo le arringhe e la requisitoria, oggi il giudice Juan Merchan darà le istruzioni alla giuria, che si ritirerà per deliberare: potrebbero volerci poche ore o settimane, per un verdetto che farà storia, anche se non sarà vincolante per la corsa alla casa bianca del tycoon, che anche se condannato potrà comunque candidarsi. E la campagna elettorale è già nel vivo. Ieri, prima dell'udienza, Trump ha parlato di "un giorno triste e pericoloso per l’America".
LO SCONTRO CON DE NIRO
Ad aspettarlo, fuori dal tribunale, lo staff di Joe Biden, sostenuto anche da Robert De Niro. In una vera e propria conferenza stampa, l'attore si è scagliato contro Trump senza mezzi termini, definendolo
"un tiranno che vuole seminare il caos" e
"un clown pericoloso come presidente". E facendo riferimento all'assalto a Capitol Hill, De Niro ha parlato di "
violenza da codardo", con i suoi sostenitori - dice - chiamati a fare il lavoro sporco al suo posto. Immediata la replica dello staff di Trump, secondo cui la conferenza stampa fuori dal tribunale è la prova che Biden ha orchestrato il processo per eliminare un rivale politico.
COSA PUÒ SUCCEDERE
"Il presidente è innocente, questo è un verdetto di non colpevolezza facile e veloce" ha detto l'avvocato di Trump, Todd Blanche, che ha attaccato Michael Cohen, ex legale del Tycoon fino al 2018, che in udienza aveva ammesso di aver pagato 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels durante la campagna elettorale del 2016, affinchè lei non rivelasse la sua relazione con l'ex presidente, risalente a dieci anni prima. Ora, dopo un lungo dibattimento, sono tre i possibili scenari. Trump potrebbe essere riconosciuto colpevole da tutti i 12 giurati, e scatterebbe la condanna, che può variare da una multa ad un massimo di quattro anni di carcere. La seconda ipotesi è quella dell'assoluzione. Infine i giurati potrebbero non raggiungere un verdetto unanime, motivo per cui si potrebbe arrivare anche ad un annullamento del processo.
"ALLA CASA BIANCA AVREI BOMBARDATO MOSCA"
Mentre il tribunale lo giudica, Trump continua a far discutere. A riportare dichiarazioni che stanno rimbalzando sui giornali di tutto il mondo è stato il Washington Post: nel corso di un incontro con alcuni dei principali finanziatori statunitensi della sua campagna elettorale,
The Donald avrebbe detto esplicitamente che se fosse stato presidente
"avrebbe bombardato Mosca e Pechino se la Russia avesse invaso l'Ucraina o la Cina avesse allungato le mire su Taiwan".