Attilio Fontana a RTL 102.5: “Domani incontrerò i familiari di Ramy. In alcuni quartieri una parte della popolazione non è integrata, non accetta regole”
Attilio Fontana a RTL 102.5: “Domani incontrerò i familiari di Ramy. In alcuni quartieri una parte della popolazione non è integrata, non accetta regole”
04 dicembre 2024, ore 11:00
Il Presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, è stato ospite di Non Stop News, su RTL 102.5, in compagnia di Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro
REGIONE LOMBARDIA, RISSA SFIORATA TRA LA RUSSA E MAJORINO
«Io non ero presente in quel momento. Ho chiesto un congedo perché avevo una serie di impegni istituzionali al di fuori dell’aula. Da quello che mi è stato detto, l’assessore La Russa stava semplicemente rispondendo a un’interpellanza che gli era stata rivolta. A metà del suo discorso, il consigliere Majorino è sceso dal suo posto e si è diretto verso il banco dell’assessore. Una volta giunto lì, ha cercato di strappargli di mano il microfono per impedirgli di parlare. A quel punto, sembra – perché io non ero presente – che l’assessore La Russa abbia cercato di allontanarlo per riprendere il discorso. Questo è ciò che so. Sicuramente il comportamento di Majorino è criticabile: primo, perché non può uscire dai propri banchi; e secondo, perché non può assolutamente impedire a un assessore o a un consigliere di parlare, qualunque cosa stia dicendo. Eventualmente avrebbe dovuto replicare, democraticamente, al termine del discorso di La Russa. Dall’altro lato, se anche La Russa ha avuto un atteggiamento sbagliato, valuteremo il tutto».
LA LOMBARDIA ASSUME LA GUIDA DELL’AUTOMOTIVE REGIONS ALLIANCE
«È un grande onore, oltre che motivo di prestigio, che la Lombardia sia stata scelta per presiedere questa riunione, che vede coinvolte una serie di regioni di vari Paesi europei, tutte alle prese con il problema del settore automotive. Si tratta di regioni che ospitano al loro interno numerose aziende e attività impegnate nella produzione di automobili a motore endotermico. Ritengo che questo sia un evento importante, perché dobbiamo far sentire sempre più forte la nostra voce. Già negli anni passati, questa associazione ha cercato di interloquire con Bruxelles per cambiare una linea che reputiamo chiaramente irragionevole. Confidiamo che la nuova Commissione Europea possa modificare questo approccio, che rischia di portare benefici minimi dal punto di vista ambientale, ma conseguenze drammatiche sul piano occupazionale. Tutti condividiamo l’obiettivo di combattere per un futuro sostenibile e per un mondo più pulito, ma questo deve avvenire gradualmente, senza sconvolgere l’economia dei nostri Paesi. La scelta di puntare esclusivamente sull’elettrico, per quanto comprensibile, non è del tutto corretta, poiché questa tecnologia presenta ancora una serie di problemi evidenti. La mia opinione, che la Lombardia ha sempre sostenuto, è che si debbano supportare tutte le iniziative basate su proposte scientifiche fondate. Per esempio, è assurdo ignorare i biocarburanti. L’Italia, tramite l’ENI, è tra i Paesi più avanzati in questo campo, con tecnologie che producono carburanti con emissioni di inquinanti prossime allo zero. Sono convinto che con ulteriori ricerche e sviluppi si potrà raggiungere l’azzeramento totale delle emissioni. Perché allora abbandonare questa opportunità? Dovremmo continuare a investire nella ricerca e ascoltare la scienza, considerando tutte le soluzioni che ci propone. Se in futuro emergerà una tecnologia migliore, sarà giusto puntare su di essa. Tuttavia, prendere ora una decisione radicale, che presenta notevoli problemi, è irragionevole. Stiamo già vedendo cosa sta accadendo in Germania, un Paese che è stato la locomotiva d’Europa per questo comparto industriale. Ora, però, la Germania si trova quasi in una fase recessiva proprio a causa di scelte troppo rigide. Per questo dico: ragioniamo con calma. Non siate ideologici a tutti i costi. Facciamo le cose nel modo giusto, senza fretta».
CASO RAMY
«Io credo che, per ora, non si sia ancora arrivati alla situazione delle banlieue francesi, ma dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che ciò accada. Dobbiamo renderci conto che questi sono segnali assolutamente chiari e precisi. Evidentemente, esistono alcuni quartieri in cui una certa fascia sociale non è integrata, non è disposta a dialogare con il resto della società e non accetta le regole che devono sovraintendere a una comunità civile e democratica. Questo è un dato di fatto e negarlo significa negare la realtà, facendoci del male da soli. Sottovalutare un fenomeno che in Francia è già dilagato sarebbe un grave errore. Siccome abbiamo il vantaggio di poter agire con anticipo, dobbiamo affrontare e cercare di eliminare queste problematiche. I familiari di Rami verranno a trovarmi domani, e con loro avrò un lungo dialogo. Sono sicuro che si tratta di una famiglia integrata, che ha più volte dichiarato di non volere che da questo evento drammatico nascano conseguenze illegali. Mi sembra un atteggiamento di grandissimo rispetto: esprimere tali posizioni in un momento di sofferenza dimostra che si tratta di persone estremamente integrate, che amano la democrazia e le regole. Anche se Ramy facesse parte di quella categoria di persone poco integrate, cosa che non è scontata – potrebbe essere stato coinvolto casualmente in questo episodio – è importante cercare di capire da dove nasca questo rifiuto dell’integrazione. Non è un problema legato solo ai luoghi, ma a qualcosa di più profondo, che deve essere compreso e affrontato. La questione della cittadinanza, poi, non può essere affrontata in modo superficiale o garantita a tutti i costi. La cittadinanza deve essere concessa quando si è pienamente acquisito il sistema di valori del Paese e si condividono le scelte fondamentali che lo caratterizzano».
AFFITTI BREVI E KEY BOX
«Per quanto riguarda l’affitto breve, ho un approccio molto laico alla questione. Si tratta di una nuova modalità di offerta turistica che, essendo innovativa, richiede regole chiare. Ritengo necessario definire ciò che è consentito e ciò che non lo è, ascoltando le associazioni di categoria, il Ministero degli Interni e gli altri attori coinvolti. Sono favorevole, ad esempio, alla regolamentazione delle key box. Oggi, su questo tema, manca una normativa chiara».