Bambino morto a Città della Pieve, madre fermata per omicidio volontario

Bambino morto a Città della Pieve, madre fermata per omicidio volontario

Bambino morto a Città della Pieve, madre fermata per omicidio volontario


E' accusata di omicidio volontario aggravato la 43enne ungherese che ieri pomeriggio aveva adagiato sul nastro trasportatore della cassa di un supermercato il corpo senza vita del figlio di due anni

Il decreto di fermo è stato emesso nella notte dal pm di turno, titolare delle indagini. La mole degli indizi raccolti propende, infatti, per una presunta responsabilità della madre, una 44enne di nazionalità ungherese, la quale sarebbe l'unica ad aver trascorso le ore antecedenti all'evento delittuoso con il piccolo. Lo dimostrano le immagini delle telecamere della zona, ma anche da altri elementi raccolti, tra cui alcune testimonianze. Un ulteriore, importante elemento emerso è stato l'invio di una foto del bambino insanguinato trasmessa molto presumibilmente dalla donna al padre del piccolo in Ungheria, tramite una piattaforma social che, alla vista della tragica immagine ha allertato tutte le Autorità competenti.

PER INQUIRENTI "NUMEROSI" ELEMENTI SU MADRE

Le telecamere e le testimonianze dicono agli investigatori che la madre è stata l'unica ad aver trascorso con il figlio nelle ore precedenti alla sua morte. Nei pressi del supermercato dove è stato portato il bambino, sono stati rinvenuti numerosi oggetti appartenuti a madre e figlio. Tra questi un passeggino, tra l'altro sporco di macchie al momento non meglio identificate che potrebbero essere di sangue e sulle quali sono in corso gli esami, alcuni giocattoli, tra cui un peluche, un pannolino usato, e tracce di alimenti. Molto significativi sono ritenuti anche altri oggetti rinvenuti nelle pertinenze del casolare abbandonato nelle vicinanze. Li sono stati trovati altri giocattoli, sempre di probabile appartenenza del piccolo, oltre ad una maglietta sporca di sangue con dei tagli sulla parte anteriore ed una felpa della madre. Gli elementi indiziari sono stati contestati alla donna in un interrogatorio nella caserma dei carabinieri, alla presenza del difensore, dal pubblico ministero, nel corso del quale l'indagata ha fornito - viene riferito - versioni "confuse e contraddittorie che hanno corroborato il quadro indiziario e hanno ulteriormente fatto propendere per l'emissione del decreto di fermo”.


MADRE AL LEGALE NEGA OMICIDIO

Si è formalmente avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al pubblico ministero Manuela Comodi la donna di 44 anni, ungherese, fermata a Città della Pieve per l'omicidio del figlio. Secondo quanto riferito dal suo legale, la donna, sotto choc, avrebbe con lui negato di avere ucciso bambino, di due anni, sul quale sono state trovate diverse ferite da arma da taglio al petto. Avrebbe poi raccontato di essersi allontanata dal figlio lasciandolo sul passeggino per andare a recuperare un giocattolo e al suo ritorno lo avrebbe trovato già ferito. Un passeggino con presumibili tracce di sangue, gli accertamenti sono in corso, è stato sequestrato nel pomeriggio di ieri nei pressi del supermercato dove la donna aveva portato il figlio. Esami vengono eseguiti anche sul coltello trovato nella sua borsa.








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