Basket, Sassari e Pozzecco ancora insieme, le voci degli ultimi giorni si sono rivelate false
Basket, Sassari e Pozzecco ancora insieme, le voci degli ultimi giorni si sono rivelate false
15 giugno 2020, ore 17:50
Il confronto aspro con il presidente della Dinamo Sardara c’è stato. Ma la decisione presa era opposta a quella trapelata
La notizia è forte. Ma non c’è niente che può sorprendere quando si parla di lui. La Dinamo Sassari e il coach restano insieme. Gianmarco Pozzecco, goriziano, nato nel 1972 è stato la bandiera di Varese, idolo della Fossa dei Leoni della Fortitudo Bologna, dal 2002 al 2005. Litigò in maniera feroce con il tecnico Jasmin Repesa, che lo mise fuori rosa, e chiuse la stagione in Spagna. Quello fu solo il più clamoroso caso di una vita vissuta pericolosamente. Giovanili a Udine, la storia del “POZ” è costellata di emozioni forti, perché come ha più volte dichiarato, lui vive per quelle, la normalità non gli appartiene.
Oggi avremmo battuto anche il Brasile di Pelè in una partita di calcio
Al di là dei successi, dei trofei, in campo e in panchina, c’è una pietra miliare nella sua vita, il successo sul Dream Team, i professionisti della Nba, nel preolimpico di Colonia del 2003. Finì 95-78 per noi. Poi alle Olimpiadi fu secondo posto, battuti solo dai padroni di casa della Grecia. In panchina c’era Charlie Recalcati, con lui, tra gli altri, Gianluca Basile, quello dei tiri ignoranti, il poliedrico Jack Galanda, “Bullo” Bulleri, Matteo Soragna, Riccardo Pittis, Denis Marconato ,Roberto Chiagic. Ma soprattutto di fronte c’era Allen Iverson, The Answer, la risposta, superato da Pozzecco in più occasioni con entusiasmanti uno contro uno. E, solo per aggiungere qualche altro nome, quegli Stati Uniti avevano gente come Le Bron James, Tim Duncan, Carmelo Anthony. Insomma il sogno, indimenticabile, era azzurro. A fine partita le sue misurate parole, “oggi giocando a calcio avremmo battuto anche Pelè e Garrincha “. Poi grandi inchini, ma anche la telefonata della leggenda dello sport serbo Danilovic “il ragno”, monumento della Virtus Bologna, che gli intimò di smetterla, perché l’inchino lo poteva fare solo lui. E siccome Danilovic era il suo giocatore preferito…
Genio e sregolatezza. Per amore, solo per amore, torna sempre sul luogo del delitto
Pozzecco a qualcuno può risultare antipatico. Da giocatore faceva grandi numeri, esultava spesso anche fuori dalle righe, ma secondo lui senza offendere nessuno. Da allenatore urla spesso in conferenza, usa parolacce che Sarri sembra un fraticello. La verità però esce sempre fuori. In un dopo partita alla domanda di un giornalista su di un mancato time-out disse che da giocatore, lui, aveva ascoltato un minuto di sospensione solo una volta. Pensate a come era il suo rapporto con gli allenatori. Oggi pretende massima attenzione dai suoi giocatori. Negli esempi di come si può cambiare , a seconda dei ruoli, lui è il più rilevante. Ha spesso allenato là dove aveva giocato, Orlandina, Fortitudo, la casa madre Varese. Chiamato dove aveva interrotto rapporti in maniera burrascosa. Dunque il “Poz” deve per forza avere qualità eccezionali, nel basket, ma sopratutto nella vita. Non c’è altra spiegazione.
Le missioni possibili del tecnico Pozzecco. Con la passione si può tutto
Con l’Orlandina, dove chiuse la carriera sul campo, fece un mezzo miracolo rianimando una squadra che era spacciata, dalla Sicilia è andato a Varese, poi tornato ancora a Capo d’Orlando. Ha allenato la Fortitudo, a Sassari ha trovato un’ ambiente in depressione. E’ partito da Formentera, dove ha deciso di vivere, a metà stagione scorsa. E ha vinto la Fiba Europe Cup, la Supercoppa, perdendo la finale scudetto solo alla settima partita contro la Reyer Venezia, dopo aver eliminato la corazzata Olimpia Milano. Nelle final- eight di quest’anno Sassari è stata eliminata al primo turno, e qualche discussione, con il presidente Stefano Sardara, c’è stata. Al momento della sospensione la Dinamo Sassari era comunque seconda in classifica, alle spalle della Virtus Bologna, a quattro punti, ma con una gara giocata in più. Le divergenze tra Sardara e Pozzecco si sono poi moltiplicate. Tra partenze come quella di Dwayne Evans, alla scelta di non puntare sul play Vasa Pusica, che il tecnico avrebbe voluto, si sono sviluppate le voci che davano come certa la separazione. Che potrà avvenire, ma non ora. Nella conferenza stampa congiunta, Sardara e Pozzecco hanno confermato invece che si prosegue. Nel segno della passione.