Beirut, una vittima è italiana, il nitrato d'ammonio era arrivato nel 2013 a bordo di una nave russa
Beirut, una vittima è italiana, il nitrato d'ammonio era arrivato nel 2013 a bordo di una nave russa
06 agosto 2020, ore 18:23 , agg. alle 19:26
Dopo gli scoppi sono state sfollate oltre 300.000 persone circa un terzo degli abitanti di Beirut
Le vittime sono 157, i feriti più di 5000, il bilancio della doppia esplosione si è fermato su queste cifre, da ritenere definitive. Gli sfollati sono oltre 300.000, cioè circa un terzo dell'intera popolazione della capitale libanese. Che ora, come può, ha avviato la ricostruzione, ripulendo strade ed abitazioni. Aiuti immediati sono stati inviati da Stati Uniti e Gran Bretagna, il presidente francese Macron è stato in visita a Beirut. Due aerei italiani sono atterrati allo scalo aereo, che ha riportato qualche danno, ma che funziona. Si trova dal lato opposto del porto. Le autorità libanesi non spiegano ufficialmente come sia stato possibile stoccare una quantità così grossa di nitrato d'ammonio nel porto. Funzionari responsabili dello scalo sono stati arrestati. Il governo parla genericamente di fatto accidentale, senza fornire particolari.
Le 2750 tonnellate di nitrato d'ammonio, secondo la Cnn erano arrivate a Beirut nel 2013, su di una nave russa
La grande quantità di fertilizzante era nel porto di Beirut dal 2013, una ricostruzione della rete americana Cnn, afferma che una nave, la Mv Rhosus, con destinazione Mozambico, si era dovuta fermare nella capitale libanese. Nelle cronache di quei giorni ci sono tracce delle proteste e dei disordini cui diedero vita i componenti russi e ucraini dell'equipaggio. Il carico non prosegui il viaggio, perchè lo stato del Mozambico non riusciva a mantenere gli impegni economici. La bomba galleggiante è rimasta tale per qualche tempo, poi il carico della nave è stato stoccato nel porto.
Hezbollah, la potente e organizzata struttura paramilitare degli sciiti
Non è chiaro l'operato di Hezbollah, organizzazione paramilitare sciita, di ispirazione iraniana, da qualche anno diventata anche un partito. Nelle fasi di stoccaggio, potrebbe aver avuto un ruolo, considerato il potenziale bellico del nitrato di ammonio, il suo possibile utilizzo come innesco per ordigni. Subito dopo la doppia esplosione era stata diffusa la notizia che era saltato un deposito di armi di Hezbollah,poi con il passare delle ore la comunicazione delle autorità libanesi ha teso a non toccare più questo argomento.
Il militare italiano ferito è a casa
Nel giro di poche ore Roberto Caldarulo, ha potuto raggiungere Palombaio, frazione di Bitonto in provincia di Bari, dove vive con la moglie e due figli. Quarant'anni, caporalmaggiore, è un veterano delle missioni all'estero. Questa volta era impegnato con il contingente Unifil, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite. E' rimasto ferito lievemente a un braccio. Mezzi italiani si sono fatti largo nel caos, lo ha raggiunto nel minor tempo possibile, poi lo hanno trasportato alla base, dove Caldarulo è giunto all'alba. Dopo poco il trasporto aereo verso la sua abitazione in Italia, dove ha potuto raccontare la sua avventura.
Una vittima è di nazionalità italiana, è una donna di 92 anni nata a Beirut
Tra le vittime c'è anche una cittadina italiana, e almeno altri dieci sono stati feriti in modo lieve. L'ambasciata italiana in libano sta monitorando la situazione, insieme con la Farnesina. La donna morta è Maria Pia Livadiotti, nata a Beirut nel 1928, moglie del medico di fiducia della nostra ambasciata.