09 ottobre 2017, ore 11:07
E su Milano capitale dell'Agenzia Europea del Farmaco EMA: "Siamo messi bene anche se ci sono concorrenti temibili"
Il sindaco di Milano Beppe Sala è intervenuto ai microfoni di RTL 102.5 questa mattina durante Non Stop News. Si parte dalla Sinistra con l'ex sindaco Pisapia che si stacca dal partitino di D'Alema, Bersani e Speranza: "Ognuno faccia la sua partita e poi si vedrà. E' difficile continuare a cercare di costruire alleanze che gli elettori fan fatica a capire. Ognuno porti avanti la sua proposta e poi le urne diranno quale proposta è ascoltata".
Milano è messa bene per ospitare l’Agenzia Europea del Farmaco EMA? Un’assegnazione cosa cambierebbe per Milano e per l’Italia?
E’ messa decisamente bene per sperare che il giorno 20 novembre ce la assegnino, ovviamente i concorrenti son temibili. Cambierebbe moltissimo perché al di là dell’occupazione che è importante, parliamo di circa 3000 posti di lavoro tra diretti e indiretti e laddove ci sono le agenzie si sviluppa normalmente un indotto importante nel settore di riferimento, in questo caso medico e del farmaco e poi la reputazione, che è fondamentale; avere una buona reputazione internazionale aiuta molto.
Ci sono una serie di richieste per portare qua l’Agenzia che non hanno a che vedere solo con la qualità di questo ente, ma anche la qualità della vita che le persone che arriveranno qua dovranno avere. Milano è pronta?
Direi di sì, il nostro dossier è stato valutato positivamente. I tre aeroporti, il sistema di trasporti interno, le scuole, questo è molto importante, le nostre università:ricordiamoci che abbiamo quasi 15.000 studenti stranieri nelle nostre università. Dobbiamo avere tutti chiaro che sulla decisione influiranno tre fattori: la qualità della proposta, cosa c’è già di Agenzia europea nei rispettivi Paesi e quello ci servirà per riflettere sulla forza dei candidati, io spero che ce ne sarà anche un altro, cioè quanto il Paese che chiede sta dando all’Europa e in questo momento l’Italia – pensate a tutto il tema dei migranti – sta facendo molto.
Perché la storia di EMA, Brexit la cosiddetta fuga da Londra, è importante?
L’Italia ha dato un’ottima prova di sé, compatta anche su fronti politici differenti. Abbiamo visto Presidente del Consiglio Gentiloni, Sindaco di Milano Beppe Sala, Presidente della Regione Roberto Maroni, è così che si fa in tutti i Paesi. Poi si litiga in campagna elettorale ma quella è un’altra faccenda.Sono stato settimana scorsa a Bruxelles e un funzionario europeo mi ha detto ‘Pensavamo che Expo fosse un caso isolato di collaborazione, invece ci siamo dovuti ricredere’, ed è bello. Ancora oggi, sapendo che la mia parte, così come Maroni, l’ho fatta, ora è una questione politica ma non ci risparmiamo, giochiamo la partita. Io parto domani per Zagabria, vado dal mio amico Sindaco per cercare che aiuti sul voto della Croazia, poi vado a Stoccolma, ho una rete di sindaci che sviluppo. Ognuno ha la sua parte e io mi sto impegnando tantissimo.
Al netto di tutte le polemiche è possibile spendere la sua figura, la sua personalità, a livello nazionale? Ci sta pensando? Ne è attratto?
No, direi che è impossibile un po’ per il mio impegno con i milanesi un po’ perché nel mio pragmatismo voglio imparare bene e voglio essere sicuro di fare passi che posso gestire. Credo di essere una persona che cerca di imparare in fretta e in fretta sto imparando a fare politica però è ancora troppo poco, quindi io mi vedo a Milano. Ecco, non rinuncio mai a dire la mia sulle cose che riguardano il nostro Paese, ma dico la mia e lì mi fermo.
Cosa pensa del referendum del 22 ottobre?
Sono d’accordo con qualcuno che si poteva evitare perché è un referendum non deliberativo, si poteva avviare un tavolo di contatto con il Governo. Però, posto che ci sarà, io andrò a votare Sì e da parte mia cercherò di spiegare perché, non è che si può votare sì perché rimarranno più tasse lombarde ai lombardi, non è vero, ma una maggior autonomia funzionale, quella è auspicabile. Se la devo dire tutta penso che questo Paese se vorrà andare avanti con 8000 Comuni, 93 province, 14 città metropolitane, 20 regioni, non si va da nessuna parte.
Lei benedice l’iniziativa di Pisapia che vorrebbe rifare un centro-sinistra, un’alleanza, è con lui? Darebbe una mano con il peso del suo ruolo e del suo nome?
No, più che dare una mano ho del mio da fare, dico che credo sia un po’ finito il periodo in cui si poteva cercare di mettere insieme tutti - anche perché non si va a votare fra molto, tendenzialmente marzo massimo aprile – e le differenze stanno venendo fuori. Che ognuno corra con le sue proposte, poi saranno gli elettori. Conosco Pisapia, se Pisapia pensasse di non arrivare al 3% non sarebbe lì, se non dovesse farcela tirerebbe le sue conclusioni ma a questo punto vada avanti, è credibile, si cerchi i compagni di viaggi che accettano la sua proposta e vada avanti.
E’ messa decisamente bene per sperare che il giorno 20 novembre ce la assegnino, ovviamente i concorrenti son temibili. Cambierebbe moltissimo perché al di là dell’occupazione che è importante, parliamo di circa 3000 posti di lavoro tra diretti e indiretti e laddove ci sono le agenzie si sviluppa normalmente un indotto importante nel settore di riferimento, in questo caso medico e del farmaco e poi la reputazione, che è fondamentale; avere una buona reputazione internazionale aiuta molto.
Ci sono una serie di richieste per portare qua l’Agenzia che non hanno a che vedere solo con la qualità di questo ente, ma anche la qualità della vita che le persone che arriveranno qua dovranno avere. Milano è pronta?
Direi di sì, il nostro dossier è stato valutato positivamente. I tre aeroporti, il sistema di trasporti interno, le scuole, questo è molto importante, le nostre università:ricordiamoci che abbiamo quasi 15.000 studenti stranieri nelle nostre università. Dobbiamo avere tutti chiaro che sulla decisione influiranno tre fattori: la qualità della proposta, cosa c’è già di Agenzia europea nei rispettivi Paesi e quello ci servirà per riflettere sulla forza dei candidati, io spero che ce ne sarà anche un altro, cioè quanto il Paese che chiede sta dando all’Europa e in questo momento l’Italia – pensate a tutto il tema dei migranti – sta facendo molto.
Perché la storia di EMA, Brexit la cosiddetta fuga da Londra, è importante?
L’Italia ha dato un’ottima prova di sé, compatta anche su fronti politici differenti. Abbiamo visto Presidente del Consiglio Gentiloni, Sindaco di Milano Beppe Sala, Presidente della Regione Roberto Maroni, è così che si fa in tutti i Paesi. Poi si litiga in campagna elettorale ma quella è un’altra faccenda.Sono stato settimana scorsa a Bruxelles e un funzionario europeo mi ha detto ‘Pensavamo che Expo fosse un caso isolato di collaborazione, invece ci siamo dovuti ricredere’, ed è bello. Ancora oggi, sapendo che la mia parte, così come Maroni, l’ho fatta, ora è una questione politica ma non ci risparmiamo, giochiamo la partita. Io parto domani per Zagabria, vado dal mio amico Sindaco per cercare che aiuti sul voto della Croazia, poi vado a Stoccolma, ho una rete di sindaci che sviluppo. Ognuno ha la sua parte e io mi sto impegnando tantissimo.
Al netto di tutte le polemiche è possibile spendere la sua figura, la sua personalità, a livello nazionale? Ci sta pensando? Ne è attratto?
No, direi che è impossibile un po’ per il mio impegno con i milanesi un po’ perché nel mio pragmatismo voglio imparare bene e voglio essere sicuro di fare passi che posso gestire. Credo di essere una persona che cerca di imparare in fretta e in fretta sto imparando a fare politica però è ancora troppo poco, quindi io mi vedo a Milano. Ecco, non rinuncio mai a dire la mia sulle cose che riguardano il nostro Paese, ma dico la mia e lì mi fermo.
Cosa pensa del referendum del 22 ottobre?
Sono d’accordo con qualcuno che si poteva evitare perché è un referendum non deliberativo, si poteva avviare un tavolo di contatto con il Governo. Però, posto che ci sarà, io andrò a votare Sì e da parte mia cercherò di spiegare perché, non è che si può votare sì perché rimarranno più tasse lombarde ai lombardi, non è vero, ma una maggior autonomia funzionale, quella è auspicabile. Se la devo dire tutta penso che questo Paese se vorrà andare avanti con 8000 Comuni, 93 province, 14 città metropolitane, 20 regioni, non si va da nessuna parte.
Lei benedice l’iniziativa di Pisapia che vorrebbe rifare un centro-sinistra, un’alleanza, è con lui? Darebbe una mano con il peso del suo ruolo e del suo nome?
No, più che dare una mano ho del mio da fare, dico che credo sia un po’ finito il periodo in cui si poteva cercare di mettere insieme tutti - anche perché non si va a votare fra molto, tendenzialmente marzo massimo aprile – e le differenze stanno venendo fuori. Che ognuno corra con le sue proposte, poi saranno gli elettori. Conosco Pisapia, se Pisapia pensasse di non arrivare al 3% non sarebbe lì, se non dovesse farcela tirerebbe le sue conclusioni ma a questo punto vada avanti, è credibile, si cerchi i compagni di viaggi che accettano la sua proposta e vada avanti.