29 dicembre 2024, ore 11:54
Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, Roberto Guerrisi sarebbe stato ucciso al culmine di un litigio con alcuni componenti della famiglia del fidanzato di una delle sue figlie. Alla base del confronto i presunti maltrattamenti subiti dalla ragazza per mano del suo compagno. Nessuna traccia al momento della pistola usata per il delitto
Gli interrogatori dei carabinieri di Treviglio sono andati avanti per tutta la notte e solo nelle ultime ore è stato individuato il presunto responsabile dell’omicidio avvenuto ieri pomeriggio a Pontirolo Nuovo, in provincia di Bergamo. In manette è finito un uomo di 58 anni, Rocco Modafferi, accusato di aver ucciso con due colpi di pistola il quarantaduenne Roberto Guerrisi di Boltiere. Alla base del delitto una lite tra due famiglie. Il sospettato è infatti lo zio del fidanzato di una delle figlie della vittima.
Una lite tra famiglie
Il lavoro dei carabinieri ha permesso di ricostruire quanto successo. L’omicidio è avvenuto ieri tra le 14 e le 15 nei pressi di un capannone in cui ha sede la rivendita di auto della famiglia Bonfiglio, a cui appartiene il fidanzato di una delle figlie di Guerrisi. Proprio lì si sarebbe recato il quarantaduenne per difendere la ragazza dai presunti maltrattamenti del fidanzato e per chiedere spiegazioni. Dopo un primo confronto, Guerrisi sarebbe rientrato a Boltiere per poi tornare a Pontirolo Nuovo con alcuni parenti. Diversi testimoni hanno raccontato di aver assistito alla discussione tra le due famiglie, entrambe originarie della Calabria ma da tempo residenti in provincia di Bergamo. Poi i due colpi di pistola. Roberto Guerrisi è stato raggiunto al torace e al viso e dopo essersi allontanato di circa 30 metri è crollato a terra senza vita.
La ricerca dell’arma del delitto
La dinamica del delitto è stata ricostruita anche grazie al racconto dei diversi testimoni presenti. Resta ancora da trovare l’arma. Le ricerche, condotte sia nell'abitazione dei Bonfiglio, sopra il capannone, sia nei campi circostanti, non hanno dato esito.
Le indagini sui presunti maltrattamenti
Gli investigatori stanno anche lavorando per chiarire la vicenda dei presunti maltrattamenti subiti dalla figlia di Guerrisi e che, come detto, avrebbero provocato la lite sfociata nel delitto. Secondo i primi accertamenti, non risulterebbero denunce pregresse, né visite al Pronto soccorso. Nelle prossime ore la ragazza sarà sentita dagli inquirenti per chiarire se si sia trattato di un caso isolato o di violenze ripetute nel tempo.