“Berlinguer - La grande illusione”, nelle sale il film presentato alla Festa del Cinema

“Berlinguer - La grande illusione”, nelle sale il film presentato alla Festa del Cinema

“Berlinguer - La grande illusione”, nelle sale il film presentato alla Festa del Cinema Photo Credit: Fondazione Cinema per Roma


La pellicola di Andrea Segre ha portato il suo bravissimo interprete, Elio Germano, a vincere il premio come miglior attore

Pubblico e privato, realtà e ricostruzione storica. Sogni, illusioni e disfatte. Tutto questo viene raccontato nel nuovo film di Andrea Segre, “Berlinguer - La grande ambizione”, presentato in concorso all'ultima edizione della Festa del Cinema di Roma e in uscita oggi, 31 ottobre, nelle sale. La pellicola, inoltre, ha portato il suo bravissimo interprete Elio Germano, a vincere il premio Vittorio Gassman come miglior attore.


BERLINGUER, LA TRAMA DEL FILM

Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la Storia. Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca, le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere, fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro: la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati. La pellicola è anche una scusa per tornare a fotografare quel pezzo di Italia che ha profondamente segnato la nostra storia, portando la Prima Repubblica a vacillare e incrinarsi come mai era successo prima di allora.


LE PAROLE DEL REGISTA

“Su Enrico Berlinguer sono stati realizzati molti documentari, libri, saggi, ma nessuno ha mai provato ad affidare al cinema di finzione la ricostruzione “da dentro” della sua vita, o parte di essa, del suo mondo e del suo popolo.” - ha affermato Andrea Segre - “Eppure parliamo di un mondo fatto di milioni di persone, una gran parte delle quali ancora vive, e di un uomo che è simbolo globale di una sfida e di una scelta: provare ad attuare il socialismo in una società democratica e indipendente, superando le diseguaglianze, ma garantendo tutte le libertà economiche e culturali che le dittature sovietiche avevano invece schiacciato. Dell’uomo che ha avuto i funerali tra i più partecipati e toccanti della storia d’Italia e non solo. Insieme a Marco Pettenello, sceneggiatore e compagno di tanti viaggi importanti, ho deciso di misurarmi con questa sfida e due sono stati i cardini che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui: da una parte il rispetto della serietà e della sobrietà di Berlinguer, dall’altra la scelta di non imitare né idealizzare, ma di provare sempre a capire. Non sono due indicazioni puramente razionali, credo siano profondamente poetiche.” ha poi concluso l’autore del film.


CHI È IL REGISTA DI BERLINGUER?

Andrea Segre è sempre stato molto attratto dal cinema del reale. Era apparso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2020, quando, con il suo documentario “Molecole”, provò ad imprimere sullo schermo l'atmosfera della pandemia. Lui, di origine veneziana, aveva cominciato a girare in quel Febbraio 2020 e, la storia della sua famiglia è diventata la fotografia del lockdown e di un momento di stasi e di incanto, di dramma e quiete. Andrea Segre proviene dal documentarismo. La realtà per lui è sempre stata il colore essenziale da dipingere sulle pellicole. Si è anche sporcato le mani con il cinema di finzione ma preservando sempre quell’occhio naturalistico e orientato verso il reale. Tra i suoi lavori ricordiamo “Il sangue verde” (2010), “Indebito” (2013), “L’ordine delle cose” (2017) e, appunto, “Molecole” (2020).



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