12 agosto 2022, ore 19:00
Una vera e propria bufera si è alzata dopo le dichiarazioni del Cavaliere sulla riforma del presidenzialismo e Mattarella. Da oggi, intanto, i partiti possono depositare i propri simboli in Viminale
Silvio Berlusconi si prende la scena, tirando in ballo il nome di Mattarella e evocando possibili dimissioni del capo dello Stato in caso di approvazione del presidenzialismo. Parole che hanno scatenato reazioni durissime da parte di leader politici come Letta, Conte, Di Maio, Calenda, ma anche dei vertici delle istituzioni, come la terza carica dello Stato, Roberto Fico. Ed è lo stesso Silvio Berlusconi a precisare le proprie parole.
MAI ATTACCATO MATTARELLA, NE’ CHIESTO DIMISSIONI
“Non ho mai attaccato il Presidente Mattarella, né mai ne ho chiesto le dimissioni. Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul presidenzialismo, prima di procedere all'elezione diretta del nuovo capo Dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo''. Così Silvio Berlusconi, sui suoi canali social. "Tutto qui: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul presidenzialismo proposta nel programma del centrodestra. Come si possa scambiare tutto questo per un’attacco a Mattarella rimane un mistero. O forse si può spiegare con la malafede di chi mi attribuisce un'intenzione che non è mai stata la mia", conclude Berlusconi.
FICO, NON TRASCINARE ISTITUZIONI IN CAMPAGNA ELETTORALE
Non c’è solo tutto l’arco delle forze di centrosinistra a criticare duramente l’intervento del Cav. Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, commenta le dichiarazioni di Berlusconi. "La nostra è una Repubblica parlamentare. Il nostro Presidente della Repubblica ha un mandato della durata di sette anni. Qualcuno se ne dovrebbe fare una ragione e non trascinare le istituzioni nella campagna elettorale". Così, in una nota, il presidente Fico.
VIMINALE, PORTE APERTE PER I SIMBOLI
Tra i partiti più grandi arrivati primi in Viminale la Lega. Tra i simboli depositati anche quello del Partito della Follia creativa di Giuseppe Cirillo, alias Dr Seduction, già presente in alcune tornate elettorali amministrative con il Partito delle Buone Maniere. Spicca anche il simbolo di Free, un gruppo di comitati civici, che raffigura un uomo che dà un calcio a Pinocchio. Immancabile il generale Antonio Pappalardo, leader dei Gilet Arancioni, in veste pacifista: "siamo contro l'invio di uomini e armi in guerra, l'Italia deve dedicare le sue energie alla solidarietà e alla pace tra i popoli".