Biden parla alla nazione, "decisioni si prendono nelle urne, non con le pallottole"

Biden parla alla nazione, "decisioni si prendono nelle urne, non con le pallottole"

Biden parla alla nazione, "decisioni si prendono nelle urne, non con le pallottole" Photo Credit: agenziafotogramma.it


Il presidente ha inviato un nuovo messaggio dallo studio ovale dopo l'attentato in cui è rimasto ferito Donald Trump

Sarà il tempo delle indagini e delle riflessioni. Sulle divisioni politiche, sui toni, sulla campagna elettorale. E perché no, ancora sulla circolazione delle armi negli Stati uniti. Perché quello con cui Thomas Mattew Crooks ha sparato era un fucile semiautomatico, non una semplice pistola. L'impressione, in ogni caso, è che la campagna elettorale per le presidenziali del prossimo novembre possa vedere ora un balzo in avanti di Trump almeno nei sondaggi. Per Biden resta la consolazione di non sentir parlare almeno per un po' delle sue gaffe. Non ne ha fatte, intanto, nei due discorsi che ha rivolto alla nazione dopo l'attentato: il primo dal Delaware, da dove è rientrato per la Washington, e il secondo dalla Casa bianca, da cui ha lanciato un appello. "Non siamo nemici, siamo tutti americani". E ancora: "Le decisioni si prendono nelle urne e non con le pallottole". NBC News ha poi fatto sapere che la first lady Jill Biden ha parlato al telefono con l'ex first lady Melania Trump.


L'appello di Biden

Biden ha invitato gli americani ad "abbassare i toni" della retorica politica. Il presidente ha chiesto agli americani un dialogo più rispettoso e civile per una politica che, ha detto, "non può essere un campo di battaglia". "Non essere d'accordo è inevitabile nella democrazia americana", ha continuato dallo studio ovale. "Anche se potremmo non essere d'accordo, non siamo nemici, siamo vicini, siamo amici, colleghi, cittadini e, cosa più importante, siamo concittadini americani. Dobbiamo stare uniti". E ancora: "Noi sosteniamo un'America non fatta di estremismo e rabbia, ma di decenza e grazia. In America risolviamo le nostre divergenze alle urne, non con i proiettili. Il potere di cambiare l'America dovrebbe sempre essere nelle mani del popolo, non in quelle di aspiranti assassini".


Trump, "dovrei essere morto"

In una intervista al New York Post Donald Trump si è mostrato con una benda che gli copriva l'orecchio e un livido, mostrato all'intervistatore, procuratogli dagli genti dei servizi segreti che lo hanno trattenuto a terra dopo gli spari. "Dovrei essere morto, non dovrei essere qui" ha dichiarato. "Per fortuna o per Dio, molte persone dicono che è grazie a Dio, sono ancora qui". Il tycoon ha anche commentato lo scatto che ha fatto il giro del mondo in cui lo stesso ex presidente alza il pugno con il volto insanguinato per la ferita all'orecchio con la bandiera americana alle spalle: "Molte persone dicono che è la foto più iconica che abbiano mai visto. Hanno ragione e non sono morto. Di solito devi morire per avere una foto iconica".


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