28 ottobre 2022, ore 15:00
L'uomo era stato sospeso per problemi psichici ma i medici lo avevano reintegrato. Il suo comandante non sarebbe stato d'accordo e da qui, secondo chi indaga, si sarebbe originato il delitto
Una lunga notte di trattative che però si sono rivelate infruttuose: così all’alba, dopo una mediazione di quasi dodici ore, i reparti speciali dei Carabinieri hanno fatto irruzione nella Caserma di Asso, nel comasco, dove dal tardo pomeriggio era asserragliato il brigadiere Antonio Milia.
IL BLITZ DEI REPARTI SPECIALI
Dopo momenti concitati, le forze dell'ordine si sono trovate davanti il corpo del luogotenente Doriano Furceri, il comandante, freddato con tre colpi esplosi dalla pistola d’ordinanza. Liberate anche delle persone prese in ostaggio. Si tratta di una donna carabiniere, che ha trascorso la notte chiusa in una camerata, in sicurezza, e delle famiglie degli altri militari, che si trovavano negli alloggi di servizio, a distanza dall'assalitore. Il brigadiere Milia è uscito zoppicando dall’edificio ed è stato preso in consegna dai colleghi. L’uomo è poi stato arrestato: la procura di Como gli contesta l'omicidio del suo superiore e il tentato omicidio di un militare del Gis, ferito a un ginocchio in modo lieve da un colpo di pistola esploso al momento dell'irruzione nella stazione.IL POSSIBILE MOVENTE
Secondo quanto emerge da indiscrezioni in ambienti investigativi, alla base del delitto ci sarebbe stata una lite tra il brigadiere e il comandante perchè quest’ultimo non voleva riammettere Milia in servizio, dopo la sospensione per motivi psichiatrici. Milia era stato sospeso nel febbraio scorso dai vertici della Compagnia di Como in seguito ad alcuni comportamenti allarmanti, che avrebbero fatto emergere una tendenza suicida del militare. Gli era stata tolta anche la pistola di ordinanza. Fino alle scorse settimane, quando l'uomo aveva ottenuto il via libera al reintegro in servizio da parte della commissione medica di Milano. Ma il luogotenente Furceri non lo avrebbe ritenuto in condizioni tali da poter tornare al lavoro. Da qui, probabilmente, gli attriti e la discussione sfociata in omicidio ieri pomeriggio. A chiarire anche la condizione psichica del brigadiere sarà ora la Procura di Como.
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