Boccia (Confindustria), non incolpare Fmi, ma aprire cantieri
22 gennaio 2019, ore 09:30 , agg. alle 10:55
Il capo degli industriale ospite in Non Stop News, manovra economica non incrementa occupazione e crescita per il Paese
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia è intervenuto questa mattina nel corso di Non Stop News. Questo il suo giudizio sul taglio delle stime sulla crescita per l'Italia e sull'allarme per il rischio contagio rappresentato dal nostro Paese lanciato dal Fondo Monetario Internazionale: “Dobbiamo fare attenzione"- ha dichiarato Boccia- "perché è evidente che il rallentamento globale che riguarda anche la Germania sta comportando un rallentamento che tocca anche noi, queste sono cause esterne alla manovra del governo che aggiunge una pro-ciclicità, come si dice tecnicamente. Per cui, non dobbiamo cercare colpe o prendercela con l' FMI ma pensare a misure compensative. Noi indichiamo soluzione che non porterebbe a incremento deficit: pensiamo a usare i fondi già stanziati, indicati dall'Associazione Nazionale Costruttori, per esempio, i 26 miliardi di euro che porterebbero ad aprire immediatamente cantieri e portare occupazione. E' evidente che scenario globale è in rallentamento"- sottolinea ancora Boccia- "pesa conflitto commerciale Usa-Cina. Ma questi fattori ci fanno comprendere che, a fronte del rallentamento, l’Italia deve reagire. E' arrivato il momento di parlare soluzioni per il Paese e non attribuzioni di colpe o polemiche con questa o quella istituzione". Poi alla domanda sulle difficoltà che Confindustria trova con il governo e con le sue due anime, Boccia risponde:- "I nostri rapporti sono con il governo, secondo noi, distinguere l’una e l’altra parta non giova. Critichiamo la manovra perché, per noi, ha impatti sull'economia reale molto bassi, riguarda promesse elettorali come reddito, quota 100 e la flat tax per gli autonomi ma non pensa a economia reale. Non incrementa occupazione e crescita per il Paese. Per esempio non ci sono provvedimenti riguardo l'export: noi siamo un Paese con fortissima vocazione all'export, non abbiamo materie prime, ma con i prodotti finiti che esportiamo realizziamo un elemento della cosiddetta ricchezza del Paese che quota 550 miliardi di euro, di cui 450 riguardano l'industria italiana che esporta in Europa e nel mondo". Poi Boccia spiega che con alcuni ministeri c'è più dialogo rispetto ad altri, "con il ministro Tria per esempio" spiega, "con Di Maio abbiamo avuto un confronto serrato, dopo il 3 dicembre per dire si’ alla Tav alle infrastrutture, alla crescita. Detto questo, il punto non è avere dialogo con i singoli ma la sintesi e e le soluzioni a cui si arriva." Poi Boccia dice la sua sul reddito di cittadinanza: "Per avere occupazione nel Paese serve un intervento organico di politica economica che crei più occupazione, serve la creazione di strumenti che realizzino l' occupazione, per esempio l'apertura di cantieri. Noi critichiamo, per esempio, l'aver dimezzato il credito d'imposta per ricerca e sviluppo nell'impresa. Oppure aver pensato, nell’ industria dell’auto, di penalizzare con provvedimenti i 14 modelli auto italiani. Tutto questo non aiuta. Ricordiamo che in Italia, su 276 regioni in Europa riguardo al livello di disoccupazione giovanile, la 276esima è la Sicilia, preceduta da Calabria, Campania e Puglia. Di fronte a livelli di disoccupazione giovanile che supera 30% bisogna mettersi intorno a un tavolo, per creare infrastrutture, aprendo cantieri e generare occupazione. Il reddito può essere usato per tutelare le fasce vere di povertà" Poi Boccia sottolinea che :-"Non è automatico che pensionare in anticipo porti più persone a lavorare, è da verificare. Per noi un nodo importantissimo da affrontare quello della formazione. L'alternanza scuola- lavoro per noi è cruciale. Se vogliamo immaginare di restare il secondo Paese in Europa per manifattura occorre costruire un percorso di politica economica che ci consenta di competere anche con la Cina, che aspira a diventare la prima potenza industriale e il più grande esportatore al mondo, usando le famose rotte della seta per arrivare in Europa. Perciò è evidente che i tecnici, la formazione e il rapporto con la Scuola e con l'Università sono una delle clausole di salvaguardia del futuro dell'Italia", conclude Boccia.