Il lockdown ha fatto conoscere a tanti italiani, anche a quelli meno esperti di tecnologia, le piattaforme di videoconferenze. Insegnanti, studenti, manager, ma anche semplicemente gruppi familiari o di amici, hanno iniziato una nuova socialità, popolata di visi sullo schermo di un computer o di un telefonino. Gli sfondi fatti non di cieli azzurri, ma di librerie, fornelli o balconi. In tutto questo è esemplare il caso di Zoom.
La fortuna di Zoom
Zoom Communications è stata fondata nove anni fa in California. Alla fine dello scorso anno, i suoi ricavi sono stati di 623 milioni di dollari. Oggi la sua capitalizzazione è di 48 miliardi di dollari. Per fare un paragone davvero impressionante, basti dire che le sette compagnie aeree più grandi del mondo, che danno lavoro a quasi un milione di persone, valgono ora come ora in borsa 46 miliardi di dollari, due meno di Zoom, che di dipendente ne ha meno di duemila. Gli utenti della piattaforma sono passati dai 10 milioni dello scorso anno a più di 300 milioni.
L'incredibile ascesa di Eric Yuan
La storia del fondatore cinese di Zoom è stata raccontata da Forbes, che lo ha inserito tra le 178 persone diventate miliardarie nell'ultimo anno. Figlio di due ingegneri minerari, Eric Yuan, è nato nella provincia dello Shandong, nella parte orientale della Cina. Ha studiato all'Università matematica applicata e informatica e si è sposato a soli 22 anni. "Ho immaginato per la prima volta Zoom - ha raccontato - quando ero una matricola universitaria e dovevo fare un viaggio di dieci ore in treno per vedere la mia ragazza. Detestavo quei viaggi e immaginavo altri modi in cui avrei potuto parlare con lei". Yuan iniziò a pensare a un trasferimento nella Silicon Valley, ma gli Stati Uniti gli negarono il visto per otto volte in due anni. Nel 1997, il via libera alla partenza con un impiego come ingegnere. Yuan iniziò a dare forma all'idea che lo ossessionava da tanti anni, quella di riuscire a far comunicare le persone, anche decine tutte insieme, a distanza. Nell'estate del 2011, la nascita di Zoom e poi l'improvvisa fortuna in tutto il mondo dovuta alla pandemia da coronavirus.
Omicidio in diretta Zoom
Sulla piattaforma Zoom, in tempo di lockdown, è accaduto di tutto. Qualcuno ci si è sposato e qualcuno ha, addirittura, commesso un omicidio. E' accaduto a New York. Durante una videochiamata, venti persone collegate hanno visto un uomo di 72 anni accasciarsi improvvisamente e poi morire. Dwight Powers, questo il nome della vittima, è stato accoltellato dal figlio 32enne, Thomas Scully-Powers. Sono stati proprio gli utenti collegati in videoconferenza a diventare i testimoni chiave della Polizia. Grazie a loro, il responsabile è stato riconosciuto, individuato e arrestato. A Singapore, invece, via Zoom è stata emessa un sentenza. Un giudice ha condannato a morte un uomo di 37 anni a distanza. Era accusato di traffico di droga. Alcuni gruppi di attivisti, che si battono per la tutela dei diritti, hanno criticato la modalità scelta per comunicare una decisione così importante sulla vita di un uomo.