Botte a figlia disabile, i genitori, avveleniamo la scimmia

Botte a figlia disabile, i genitori, avveleniamo la scimmia

Botte a figlia disabile, i genitori, avveleniamo la scimmia


04 giugno 2019, ore 15:00

I due genitori, di nazionalità egiziana, sono stati fermati dopo il ricovero della bambina a cui le era stata diagnosticata una frattura al braccio

Marito e moglie, entrambi di 29 anni e di nazionalità egiziana, sono stati fermati dalla polizia locale di Milano per maltrattamenti e lesioni gravi nei confronti di una dei cinque figli, di quasi quattro anni. L'ipotesi degli agenti è che le violenze andassero avanti da tempo, come dimostrerebbero le fratture multiple pregresse ritenute "di dubbia natura" e accertate sulla piccola. "Odio mia figlia, metto il veleno nel suo mangiare. La scimmia è un grosso problema". E' una delle intercettazioni registrate dalla polizia locale. In alcune conversazioni propongono anche di soffocarla, annegarla o avvelenarla. Le indagini che hanno portato al fermo dei genitori della bambina sono iniziate a metà maggio, quando il padre ha accompagnato la figlia all'ospedale Fatebenefratelli per un dolore al braccio che, a suo dire, era stato causato da una caduta accidentale da un divano. I medici però si sono accorti attraverso una radiografia che la piccola aveva una frattura scomposta con una calcificazione in corso e risalente a 3-4 settimane prima. Il 17 maggio, due giorni dopo il ricovero, la struttura ha avvertito gli investigatori dell'Unità tutela donne e minori della polizia locale che hanno attivato le intercettazioni dalle quali sono emersi i piani della coppia. Per questo gli agenti hanno monitorato i genitori impedendo loro di farle del male in corsia. "La scimmia è un grosso problema per noi, ora che stai con lei in ospedale capirai cosa provavo io quando stavo con lei tutti i giorni in casa. Le abbiamo rotto il braccio ma dovevamo fare di più. La odio, è lei la causa dei nostri problemi", dice la madre in un'altra intercettazione dopo che l'indagine era stata avviata. I due sono, quindi, stati arrestati dopo aver progettato una fuga per l'Egitto acquistando biglietti aerei di sola andata con gli altri quattro figli minori, dall'aeroporto di Milano Malpensa.