È caccia ai responsabili degli assalti ai palazzi del potere che domenica hanno portato momenti di panico in Brasile, con un vero e proprio attacco alla democrazia. Sono 1500 le persone arrestate finora, mentre si cercano anche finanziatori e organizzatori che da lontano avrebbero manovrato le proteste.
GIÀ INDIVIDUATI GLI ORGANIZZATORI
Ad assicurarlo è il Ministro della Giustizia brasiliano Flavio Dino, che ha reso noto che la Polizia federale ha già identificato in dieci Stati del Paese persone sospettate di avere legami economici con gli organizzatori del tentato golpe. Secondo il quotidiano
Estadao, sarebbero già stati emessi mandati di arresto, anche se i nomi non sono stati resi noti. Avrebbero manovrato il dissenso da lontano, finanziando anche il noleggio di autobus per portare gli estremisti nella capitale.
BOLSONARO É IN OSPEDALE
Sono già 1500 le persone fermate finora dalla polizia federale. Ieri la polizia ha iniziato a smantellare un accampamento di sostenitori di Bolsonaro a Brasilia, uno dei tanti allestiti fuori dalle caserme dell'esercito in tutto il Paese dopo le elezioni. Dal canto suo l’ex presidente, dall’Ospedale di Orlando dov’è ricoverato da ieri a causa di forti dolori addominali, ha postato su Twitter una foto per ringraziare quanti hanno voluto inviargli messaggi di pronta guarigione. Nelle ore precedenti si era detto estraneo ai disordini: “
Ripudio le accuse attribuitemi, senza prove, dall’attuale capo dell’esecutivo” aveva scritto, riferendosi al neoeletto Lula.
MANIFESTAZIONI PER LA DEMOCRAZIA
Intanto dalla società civile è arrivata una risposta agli assalti: decine di migliaia di persone hanno invaso le strade e le piazze delle principali città brasiliane per manifestare in difesa della democrazia. Secondo la Bbc l’affluenza a San Paolo è stata
"impressionante", con una parte dell'
Avenida Paulista, la strada più famosa del Paese, bloccata al traffico da una folla che cantava e ballava chiedendo giustizia.