Bufera su Djokovic: il tennista serbo Novak Djokovic dice no al vaccino anticovid
10 maggio 2020, ore 16:00
Il tennista serbo si è detto contrario al vaccino per prevenire il coronavirus, per combattere la malattia ha suggerito acqua calda limone e aglio
Novak Djokovic è un tennista di grande talento e anche un ragazzo disponibile e simpatico. Ma nelle ultime settimane è spesso finito nella bufera, soprattutto sui social, per alcune sue prese di posizione che hanno fatto discutere. L’uscita che ha sollevato più di una perplessità è stata quella sul vaccino per prevenire il Covid-19. Mentre tutti (o quasi) guardano con speranza ai laboratori di tutto il mondo dove gli scienziati cercano un antidoto alla pandemia che ha travolto cinque continenti, il tennista serbo ha dichiarato: “Sono contrario ai vaccini e alla vaccinazione contro il Covid-19; non vorrei essere costretto a vaccinarmi per poter viaggiare: se, una volta scoperto, il vaccino dovesse diventare obbligatorio, dovrei prendere una decisione”. Facendo intendere, tra le righe, che avrebbe anche preso in considerazione l’idea di smettere di giocare. Non si era fatta attendere la replica di un altro grande tennista, lo spagnolo Rafa Nadal: “Se saremo chiamati a vaccinarci sarà per difendere non soltanto la nostra salute, ma anche quella di tutti gli altri. Se Djokovic vorrà continuare a giocare con noi, si dovrà adeguare”.
I rimedi dello stregone
Un’uscita infelice può capitare a tutti (o quasi), il problema è che Djokovic in queste settimane ha più volte rincarato la dose. Il campione serbo ha dispensato una serie di consigli per tenere lontano il coronavirus, come bere acqua calda con limone o assumere regolarmente aglio e vitamina C. Roba da stregoni e ciarlatani che fanno partire catene sui social, anche se in effetti chi abusa di aglio indirettamente provoca quel distanziamento sociale tanto raccomandato dagli esperti.
Ma quale eccitazione?
Uno sconcerto maggiore lo ha scatenato la diretta social che Djokovic ha tenuto con Chervin Jafarieh, un immobiliarista milionario appassionato di filosofie orientali, grande amico e consulente del campione di tennis. Durante questa chiacchierata Jafarieh ha sostenuto, senza essere contraddetto, che “la pandemia è davvero un periodo eccitante per essere vivi”. Andatelo a spiegare ai trecentomila morti e alle loro famiglie, provate a raccontarlo a chi ha vissuto giorni di forti sofferenze, con un casco in testa per provare a respirare; mentre sostenete queste teorie bizzarre, anzi stupide e irrispettose, guardate negli occhi i medici, gli infermieri e tutti gli operatori che in questi mesi hanno stravolto le loro vite per salvare quelle degli altri.
Il peso delle opinioni
Novak Djokovic è contro i vaccini, ha una ossessione per l’alimentazione, rigorosamente vegana; beve solo acqua pranizzata (cioè sottoposta a un trattamento per arricchirla di energia vitale); ogni tanto abbraccia i tronchi degli alberi, convinto che il bosco abbia un potere terapeutico. Più volte ha rivendicato la libertà di poter esprimere le sue opinioni. Concetto sacrosanto, ci mancherebbe. Ma si dovrebbe anche tenere in considerazione un altro aspetto: le parole di un personaggio molto famoso e popolare hanno un peso specifico molto alto: Djokovic sui social viene seguito da più di sedici milioni di persone. Tra questi molti lo considerano un modello, e non solo per come gioca a tennis. In queste settimane in molti lo hanno criticato, ma è concreto il rischio che qualcuno lo possa prendere sul serio anche quando parla di medicina. Quindi da parte di chi è molto in vista servirebbe un pizzico di responsabilità in più.