16 settembre 2020, ore 12:33 , agg. alle 14:01
Parla Padre Maurizio, che ieri ha celebrato i funerali di Maria Paola Gaglione, speronata dal fratello per la sua relazione con un transessuale
"Poche persone conoscono la vicenda per come è avvenuta davvero. Ieri il funerale è stato partecipatissimo, c'erano migliaia di persone, anche se in chiesa il numero era limitato. Non c'è stato nessun incidente, c'è stato solo tanta preghiera, tante lacrime e tanto silenzio. È una tragedia dalle dimensioni immane: Paola è morta, il fratello Michele è in galera, i figli di Michele sono senza padre, la madre di Paola a casa deve accudire la madre che sta morendo di tumore. Di fronte casa sua c'è la casa di Ciro. È una tragedia immensa in un quartiere che già tante volte è stato al centro dell'attenzione per fatti drammatici". Lo ha detto stamattina in diretta su RTL 102.5 Don Maurizio Patriciello, che ieri ha celebrato l'ultimo saluto a Maria Paola Gaglione, la ragazza speronata dal fratello per la sua relazione con un transessuale.
Da molti anni impegnato in prima linea per aiutare e sostenere i ragazzi del Parco Verde di Caivano, don Patricello ha spiegato: "La mia unica preoccupazione è stata non aggiungere neanche un filo di paglia al dolore e alla sofferenza delle persone. L'unico nome che ho citato nell'omelia è stato quello di Maria Paola. È stata un'omelia incentrata tutta sul Vangelo e sulla speranza della vita eterna. Alla fine ho detto - usando il plurale - che tutti quanti noi, a cominciare da me, abbiamo il dovere di chiedere perdono perché non abbiamo saputo tutelare e custodire la sua giovanissima e preziosissima vita. Sono le stesse parole con cui ho concluso il mio editoriale su Avvenire per la morte di Willy e le stesse parole che ho usato per l'editoriale su Famiglia Cristiana per la morte di Evan e la morte del piccolo Gioele".
Lo Stato assente
Padre Maurizio ha rivolto un accorato messaggio per denunciare l'assenza delle istituzioni nel quartiere di Caivano: "Prima di andare a chiedere leggi straordinarie, io dico che l'Italia ha delle leggi ordinarie, che io osservo. Tanta gente, però, non le osserva. E allora se ci sono delle sanzioni - e ci sono - devono essere applicate. Il bambino è sul motorino senza casco? Toglietegli il motorino! Preferisco un motorino sequestrato che un altro ragazzo al Campo Santo. Quanto ci vuole a capire questo discorso? Perché questo non avviene in questi quartieri? Lo Stato è assente, questo è una grande verità! Questi quartieri diventano dei ghetti e dai ghetti è difficile uscire".
L'omelia di don Patricello
Ecco le parole pronunciate ieri, in chiusura di omelia, da don Patricello, rivolgendosi direttamente a Maria Paola:
"Davanti a Dio non esiste il regno dei vivi e il regno dei morti, esiste solo il regno di Dio, che abbraccia il tempo, lo spazio, gli uomini e il creato. Da quando abbiamo iniziato a vivere – invisibili puntini - nel grembo delle nostre mamme, ci siamo trasformati migliaia di volte. L’ultima grande trasformazione è la morte. La morte. Per alcuni è il buco nero che risucchia e annulla ogni cosa. Dopo la morte, il niente. Per altri, e noi tra questi, è il trampolino che ci spinge più in alto. “Alla sera della vita ciò che conta è avere amato” scrive san Giovanni della Croce. Tutto passa, solo l’amore resta. E l’amore vero si ribella alla morte, la sfida in duello, l’affronta, la combatte, la vince. Paola, Cristo è risorto e tu risorgerai con lui. O morte dov’è la tua vittoria? Oggi vogliamo pregare per te, Paola, perché il Signore ti tenga stretta tra sue adorabili braccia. E per tutti tutti coloro che su questa terra ti hanno amato e che hanno il cuore trafitto da una spada di fuoco. E tutti insieme, piccoli e grandi, parenti, amici e conoscenti, vogliamo chiederti perdono per non essere stati capaci di custodire la tua fragile e preziosissima vita".
Di seguito trovate il video integrale dell'intervista a Don Patricello.