Calcio-matto, conta più una finta di Ibra o l'ultima verità di Mino Raiola?

Calcio-matto: conta più una finta di Ibra o l'ultima verità di Mino Raiola?

Calcio-matto: conta più una finta di Ibra o l'ultima verità di Mino Raiola?


05 agosto 2015, ore 10:43 , agg. alle 11:25

Sempre più invadenti, potenti, arroganti. Eppure piacciono (alle Tv), ma soprattutto ai portafogli dei calciatori

Ancora un mese di calciomercato, regno incontrastato della balla elevata a sistema. Della dichiarazione strumentale, all'ennesimo ritocco di ingaggio. Dal calcio delle Bandiere, al pallone della Percentuale.

Non amo i procuratori dei calciatori, lo ammetto. Nessun preconcetto, ma un po' di sana nostalgia, per quando anche i più Grandi giocatori ragionavano con la loro di testa.

Ieri, buon ultimo, ha straparlato il procuratore di Manolo Gabbiadini, talentuosa e giovane punta del Napoli e della Naizonale. Oggetto del contendere, l'irrispettosa (secondo lui) panchina nella vitale sfida d'estate al Nizza. Una partita evidentemente destinata a essere raccontata ai nipotini...
Fosse andato in panca Callejon, avrebbe probabilmente parlato il procuratore dello spagnolo, mentre per Insigne si sarebbe scomodato il Ciuccio in persona e quattro zampe.

E' un gioco così scoperto e stantio, che non meriterebbe attenzione. Il problema, però, è che a questi signori è stato conferita un'importanza (prima ancora che un potere) assolutamente spropositata. Conseguenza diretta delle mille trasmissioni in cui il loro pensiero (lo so, lo so, ho esagerato...) viene atteso e commentato come il Verbo.

Non c'è pizzaiolo, ormai, che non sogni di passare dalla Margherita a Cristiano Ronaldo. Non c'è agente di commercio, che non sogni di diventare Agente Fifa. Non c'è 'casciaball', che non sogni di ricevere un Sms da Di Marzio o Raimondi. Il risultato è una logorrea priva di senso, se non per le percentuali di chi ha come obiettivo unico non la carriera del proprio assistito, ma il maggior numero di contratti possibil. Percentuali, dicevamo...

L'appello è ai giocatori: lo disse Clarence Seedorf, nel lontano 2005, è ora che riprendano a ragionale con la loro capoccia, perché una sfuriata senza senso, ma mediaticamente efficace può regalarti un bonus oggi, ma la squadra sbagliata domani. Guardate Balotelli: la colpa dell'attuale declino non è ovviamente di Raiola, ma se Mario avesse avuto affianco un riferimento umano e non il presunto 're del mercato' non sarebbe stato meglio?! Pensate a Totti, seguito dalla...mamma.  


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