Calcio, nodo stipendi durante la crisi, i milionari del Barcellona non vogliono accettare la riduzione
Calcio, nodo stipendi durante la crisi, i milionari del Barcellona non vogliono accettare la riduzione
26 marzo 2020, ore 17:49 , agg. alle 21:47
I club in ogni parte del mondo propongono la decurtazione ai compensi dei tesserati; già si applica in Cina e in Francia. In Italia e Spagna ancora incertezze
I calciatori del Barcellona hanno rifiutato l’invito del presidente del club blaugrana, Josep Maria Bartomeu, per una riduzione dello stipendio. La proposta è stata valutata e respinta dai leader dello spogliatoio, Messi in testa, che non vogliono rinunciare ai loro ingaggi faraonici. Ma la storia certo non finisce qui; dopo la gentile proposta, il Barcellona potrebbe applicare in maniera unilaterale la riduzione dell’ingaggio, per tutta la durata della crisi da pandemia di coronavirus. Del 30%, ma, più probabilmente, della metà per gli appartenenti alla rosa della prima squadra. Si deciderà con un consiglio d’amministrazione dedicato. I tagli che sono già stati applicati alla sezione del basket. Gli atleti del club catalano, di ogni disciplina, sono fermi già da una settimana, tutti nelle loro case. Ma questo non è bastato a impedire contagi. Risultano positivi, infatti, secondo i quotidiani “La Vanguardia” e “Sport”, il responsabile medico della prima squadra, il dottor Ramon Canal, e anche un altro dottore della polisportiva blaugrana, Jose Antoni Gutierrez, che si dedica alla sezione della Pallamano.
Il Napoli potrebbe tagliare gli stipendi già a partire da oggi,ma se ne discute a livello di Lega
Mentre tutte le società italiane cercano una soluzione collettiva per gli stipendi, in presenza della crisi, il Napoli cerca lo scatto in avanti e pensa a misure unilaterali. Secondo il legale della società partenopea, Mattia Grassani, il club “data l’impossibilità di prestazione, può tagliare gli stipendi da oggi”. E senza arbitrato, che Grassani giudica roba da matti. De Laurentis, come è noto, aveva programmato la ripresa degli allenamenti già da questa settimana, ripartenza poi annullata. Secondo Grassani “la missione è tenere i giocatori quanto più vicini al club, ai tecnici, grazie anche ai programmi utilizzati per tenersi in forma in casa”. Tecnicamente poi, ha sottolineato l’avvocato, è impossibile considerare questo periodo come ferie. “I calciatori ne hanno goduto nel 2019, le hanno consumate anche nel periodo natalizio”. Insomma, appare chiaro che il Napoli vuole agire presto sul capitolo retribuzioni dei tesserati.
In Francia e Cina il taglio degli stipendi è stato già applicato
La Cina sta riaprendo progressivamente , di fronte ad un numero dei contagi da coronavirus che è zero, o quasi, ormai tutti i giorni. Si attende, nel medio periodo, anche la ripresa dei campionati di calcio, che sono stati interrotti dopo pochi giorni dal dilagare dell’emergenza. La legge cinese consente tagli agli emolumenti con decisione dei club, incontestabile dai calciatori e dai tecnici. E’ stata applicata, in quasi tutti casi, anche nei club che sono di proprietà dello stato, una riduzione del 30%. In Francia il governo ha già introdotto il principio della disoccupazione parziale. La stato paga, fino a 4,5 volte lo stipendio minimo previsto, che è pari a 1.210 euro netti al mese. Il resto è a carico dei club, che però non vanno oltre il 70% lordo. Il provvedimento è stato già applicato da Lione, Nimes, Amiens e Montepellier.