Cambiamenti climatici, l’Italia bocciata, il nostro Paese arretra nella classifica delle performance ambientali
Cambiamenti climatici, l’Italia bocciata, il nostro Paese arretra nella classifica delle performance ambientali Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
09 dicembre 2023, ore 08:00
Cop28 boccia l'Italia sulla lotta al climate change, il nostro Paese scende al 49esimo posto della classifica
L’Italia fa poco o niente per i cambiamenti climatici, è quanto emerge dalla classifica delle perfomance dei principali Paesi del pianeta. Il nostro Paese scende infatti dal 29esimo al 44esimo posto, perdendo ben 15 posizioni. Il risultato è legato al rallentamento della riduzione delle emissioni di gas serra, dove siamo al 37esimo posto della specifica classifica, ma anche per una politica climatica nazionale che ci vede al 58esimo posto nella speciale graduatoria e agli occhi del mondo sembriamo fortemente inadeguati a fronteggiare l'emergenza. E’ tutto nero su bianco. I dati sono contenuti nel rapporto annuale di Germanwatch, Can (ovvero la rete mondiale con oltre 1.900 Ong in più di 130 paesi che lavorano per combattere la crisi climatica) e NewClimate Institute. In Italia collabora Legambiente. Lo studio è stato presentato alla Cop28 in corso a Dubai. La Conferenza dei 197 Paesi più l'Unione europea sui cambiamenti climatici è al giro di boa.
La classifica
La classifica di Germanwatch prende in considerazione la performance climatica di 63 Paesi, più l'Unione Europea nel suo complesso, che insieme rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali. Non sono state attribuite neanche quest'anno le prime tre posizioni in quanto nessuno dei Paesi ha raggiunto la performance necessaria per contribuire a fronteggiare l'emergenza climatica e contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5 gradi. In testa alla graduatoria con il quarto posto la Danimarca, grazie alla riduzione delle emissioni e allo sviluppo delle rinnovabili, seguita al quinto posto dall’Estonia e al sesto posto dalle Filippine. L’Italia scende al 49esimo posto della classifica. In coda ci sono i Paesi esportatori e utilizzatori di combustibili fossili come Emirati Arabi Uniti (65esimo), Iran (66esimo) e Arabia Saudita (67esimo). La Cina, considerata la maggiore responsabile delle emissioni globali, è stabile al 51esmio posto e gli Stati Uniti sono al 57esimo posto.
In vista della dichiarazione finale della Cop 28
La conferenza sul clima si concentra sui negoziati finali, in cui i ministri trattano per raggiungere il maggiore consenso sugli impegni contro il riscaldamento globale e stilare la bozza di accordo finale che dovrà avere il via libera entro il termine dei lavori, il prossimo 12 dicembre. Il presidente della Conferenza sul Clima Cop 28 , Sultan Al Jaber si dice ottimista sul successo di questa edizione della Cop "che ha già fatto la storia, è già accaduto qualcosa di straordinario", ha detto, guardando ai risultati finanziari ottenuti nella prima settimana, con impegni per miliardi di dollari fra sostegno dei Paesi vulnerabili e impegni in vari settori. Il presidente della Cop 28 ha sollecitato le parti a realizzare un accordo storico, presentando un testo di 27 pagine, una sorta di scaletta ragionata, che contiene tutte le richieste finora avanzate dalle parti. In sostanza, "c'è il futuro di tutto l'accordo di Parigi", ha commentato Jacopo Bencini, esperto del think tank Italian Climate Network, precisando che ci sono 143 fra opzioni e sotto-opzioni per sondare il terreno con i vari ministri in incontri bilaterali e capire quale ampiezza di consenso si può raggiungere sull'accordo finale. Il ventaglio completo dei temi e le tante opzioni indicano che tutto è in campo e le trattative sono assolutamente aperte.