Cambiamenti climatici, i Tropici rischiano più eventi estremi
Cambiamenti climatici, i Tropici rischiano più eventi estremi Photo Credit: Google Earth
14 ottobre 2024, ore 12:30
Uno studio della National University of Singapore dimostra come i cambiamenti climatici mettano in pericolo soprattutto le zone a cavallo dell’Equatore
Sono settimane complesse sul fronte meteorologico in tutto il mondo: dagli uragani negli USA alle piogge intense che costringono i cittadini dei paesi europei alla massima attenzione e che causano ingenti danni in seguito ad alluvioni e inondazioni. È il maltempo che porta la stagione autunnale, qualcuno sarà pronto a dire. Eppure i cambiamenti climatici, la cui esistenza e i cui effetti disastrosi sono ormai acclarati dalla quasi totalità della comunità scientifica, vengono identificati come i maggiori responsabili della presenza di questi eventi estremi.
La sfida, oggi, è provare a prevedere la forza e i luoghi in cui si abbatteranno questi fenomeni, con lo scopo di mettere in sicurezza il salvabile e adottare strategie di contenimento utili a limitare i danni. Con questa finalità un team di ricerca internazionale guidato da Gianmarco Mengaldo, assistant professor presso la National University of Singapore (NUS), in collaborazione con il dottorando Chenyu Dong, ha provato a individuare le zone che, in prospettiva, rischiano di subire maggiormente i danni di eventi atmosferici estremi.
Lo studio
La ricerca è stata pubblicata su Nature Geoscience con il titolo: "Estremi regionali dell'Indo-Pacifico aggravati da cambiamenti nelle condizioni meteorologiche tropicali". Alla base del lavoro del team, un approccio innovativo finalizzato ad analizzare l’evoluzione delle condizioni meteorologiche tropicali in un dato intervallo di tempo.
Lo studio ha messo in evidenza come, a differenza di fenomeni come El Nino e La Nina, l’aumento di eventi estremi non risulti strettamente correlato alla variabilità atmosferica naturale. A causarli, una combinazione di fattori tra cui, a farla da padrona, anche il riscaldamento globale, l’aerosol atmosferico e altri elementi ancora non del tutto compresi. Il team di ricerca si è focalizzato su un periodo che comincia a partire dagli anni Novanta. È in quel contesto che alcune condizioni atmosferiche sono divenute sempre più comuni (parallelamente alla scomparsa di altre un tempo più frequenti).
Il metodo innovativo
La strategia di ricerca applicata dal team sta incuriosendo la comunità scientifica: rispetto al passato, metterebbe in campo la cosiddetta “teoria dei sistemi dinamici”, una branca della matematica che studia l'evoluzione di sistemi complessi nel tempo. Tale approccio ha permesso di identificare nuove condizioni meteorologiche emergenti nella regione dell'Indo-Pacifico, le quali sembrano favorire l'insorgenza di eventi meteorologici estremi.
Lo studio sarebbe in grado di dimostrare come nuove condizioni meteorologiche stiano favorendo eventi estremi in una regione che ospita oltre un miliardo di persone insieme con ecosistemi particolarmente vulnerabili. Comprendere come questi fenomeni e la dinamica atmosferica stiano mutando è essenziale per perfezionare i modelli climatici e fornire indicazioni utili per lo sviluppo di future strategie di adattamento.
"Le ondate di calore e le precipitazioni estreme sono fenomeni meteorologici che richiedono un'attenta pianificazione da parte dei responsabili per le politiche per mitigare i loro effetti. Le ondate di calore più frequenti possono causare un'elevata domanda di elettricità, aumento delle malattie legate al calore e fallimento dei raccolti, minacciando la sicurezza alimentare. Le precipitazioni estreme, invece, possono provocare inondazioni, frane e contaminazione dell'acqua potabile. Il Sud-est asiatico necessita di maggiori studi su questi eventi per migliorare la preparazione delle comunità locali a un clima in evoluzione", ha affermato Mengaldo.