Cani e gatti possono trasmettere superbatteri ai proprietari, è quanto emerge da uno studio
13 aprile 2024, ore 08:00 , agg. alle 15:11
L'analisi è stata effettuata su animali ed esseri umani, ed ha interessato un campione di 43 famiglie in Portogallo e 22 in Regno Unito
Gli animali da compagnia? Vanno amati, rispettati e soprattutto gestiti con cura perché possono trasmettere batteri anche pericolosi agli umani che se ne prendono cura. Lo mette in evidenza uno studio del Laboratorio di resistenza agli antibiotici del Centro di ricerca interdisciplinare sulla salute animale, Facoltà di Medicina veterinaria Università di Lisbona. Senza creare allarmismi, ma con semplici accortezze i proprietari di pet possono evitare insidie infettivologiche non calcolate. Infatti lo studio ha messo in evidenza che cani e gatti possano trasmettere batteri resistenti agli antibiotici ai loro proprietari. Lo studio è stato effettuato su un campione di 43 famiglie proprietarie di animali da affezione in Portogallo e 22 nel Regno Unito. Questo passaggio di pericolosi virus animali ammalati e i coinquilini umani sani nei due Paesi ha portato alla scoperta gli animali domestici possano fungere da serbatoi di resistenza a farmaci vitali e quindi favorirne la diffusione.
Lo studio
Sono stati coinvolti nello studio 5 gatti, 38 cani e 78 esseri umani provenienti da 43 famiglie in Portogallo e 22 cani e 56 esseri umani di altre 22 famiglie nel Regno Unito. La ricercatrice principale Juliana Menezes, del Laboratorio di resistenza agli antibiotici del Centro di ricerca interdisciplinare sulla salute animale, Facoltà di Medicina veterinaria Università di Lisbona, ha testato insieme ai colleghi tamponi cutanei e campioni di feci e urina dei partecipanti per individuare i batteri resistenti ai comuni antibiotici, che secondo gli esperti, sta raggiungendo livelli pericolosamente alti in tutto il mondo. Secondo i dati più recenti, le infezioni da superbatteri uccidono più di 1,2 milioni di persone l'anno a livello globale, dato destinato a salire a 10 milioni entro il 2050 se non verrà intrapresa alcuna azione. E' questa per l'Organizzazione mondiale della sanità una delle maggiori minacce alla salute pubblica. "Ricerche recenti - spiega Menezes - indicano che la trasmissione" di superbug "tra esseri umani e animali, compresi quelli domestici, ha un ruolo fondamentale nel mantenere i livelli di resistenza, sfidando la convinzione tradizionale secondo cui gli esseri umani siano i principali portatori di questi patogeni nella comunità". "Comprendere e affrontare la trasmissione" dei superbatteri "dagli animali domestici agli esseri umani" è dunque "essenziale per combattere efficacemente la resistenza antimicrobica nelle popolazioni sia umane che animali", ha concluso l'esperta. Menezes e colleghi si sono concentrati nello studio sui batteri resistenti alle cefalosporine di terza generazione e ai carbapenemi (ovvero parte dell'ultima linea di difesa quando altri antibiotici hanno fallito). Tutti gli esseri umani considerati nello studio erano sani, mentre tutti gli animali domestici presentavano infezioni della pelle e dei tessuti molli o infezioni del tratto urinario.